Però quando si parla di capitalismo cerchiamo di evitare di tradurlo con amerika, star&stripes o affini. Il capitalismo è un sistema multipolare e una logica, che attraversa società diversissime tra loro.
Io non so che formazione tu abbia, ma da quello che dici hai lacune storiche, sociologiche ed economiche significative.
Il capitalismo "classico" nasce in simultanea con lo sviluppo delle armi da fuoco (per alcuni studiosi addirittura le due cose sono tra loro indissolubili, ci sono testi in merito, appena li recupero li giro qui che ora non ricordo i titoli), il colonialismo europeo che tutto era fuorché pacifico (anche "tra pari"), senza contare la violenza interna per costringere la gran parte della popolazione al lavoro salariato.
Tu non conosci minimamente le origini del capitalismo, ma una vera e propria mitologia completamente priva di contatto con la realtà storica. Fattelo dire da chi ha una formazione specifica in materia.
Gli equilibri geopolitici di cui parli sono esattamente dovuti ai limiti strutturali delle società capitaliste, non solo in termini di sviluppo economico ma anche di assetti politici. Quella tua affermazione non smentisce in alcun modo la mia, al contrario indica solo che tu riduci il capitalismo all'accumulazione di profitto in occidente
Confondi (o fingi di farlo) il capitalismo con il mercantilismo o l'imperialismo.
Sono due cose diverse, nati e sviluppatisi con propositi diversi, e in mezzo avvengono giusto un paio di cosette irrilevanti o quasi attraverso 2 secoli e mezzo, ma si, tu conosci la storia e gli altri hanno lacune.
Quella sulle armi da fuoco è semplicemente una
reddit-tier idiocy, non è che perchè la puoi trovare su un qualche libro allora diventa necessariamente una verità indiscutibile, resta una cazzata, non solo concettualmente, ma proprio sul piano storico e temporale.
Che sennò, stando a te, la guerra dei 7 anni o le guerre di successione europea sono imputabili al capitalismo, eh, ce stavano moschetti e cannoni.
Lmao.
Il famoso capitalismo spagnolo dei conquistadores.
Come se non fosse TUTTO soggetto al sovrano assoluto del momento, che fosse la Regina di Spagna, il Re di Francia o l'Imperatore Tedesco piuttosto che lo Zar Russo.
E che poteva cambiare dall'oggi al domani, a seconda di quale bandiera avesse più navi all'orizzonte.
Non a caso l'epoca fino alla rivoluzione francese viene definita "assolutista".
Vabbeh, ti sei creato il tuo schemino banalizzato in cui è tutto imputabile alla medesima causa, pieno confirmation bias che si auto-alimenta, e non ti rendi nemmeno conto degli assurdi strafalcioni che questa tua logica comporta.
Ma quando mai, se hai un sistema stabilito e consolidato, non oggetto di dispute le possibilità di conflitto calano drasticamente, perchè, semplicemente, non conviene a nessuno.
Quindi fondamentalmente ciò che tu critichi è in realtà, unita all'aumento del potenziale distruttivo e dissuasivo delle armi moderne, una meccanica che disincentiva le guerre di una certa scala.
Molto semplicemente:
Prima del 1914 non vi era l'aspetto totalizzante e distruttivo di una guerra moderna.
Il 1918 cambia tutto, le parti sconfitte scompaiono interamente dalle cartine, ci sono gas, aviazione, mine e quant'altro, aspetti infinitamente più brutali di ciò che si era visto anche solo fino alla decade precedente trasformano le guerre e le civiltà che le fanno.
Se in passato gli eserciti si incontravano al confine e si scontravano un paio di volte, per poi raggiungere un armistizio, oggi la guerra è sempre e comunque di annientamento per un tot di settori della parte perdente.
L'ordine, o l'equilibrio del periodo, fu demolito e per riaverne un'altro bisognerà aspettare Yalta.
L'ordine, o l'equilibrio post Yalta sta morendo ora.
La costante? che per costruire un equilibrio di un certo livello servono figure di spessore riconosciuto anche dagli avversari, e che siano capaci di dialogare tra loro, se pensate di riuscirci con i macron, le meloni e le kamala harris, fate una cosa, lasciate perdere proprio, grazie.