Bene, intanto ammetti che l'argomento che hai usato "nei quartieri popolari non ci siete", era pretestuoso. Nei quartieri popolari c'è Casapound, la Lega e Meloni. Per tutta una serie di motivi.
Detto questo, nel merito ti faccio notare che saranno modernità, innovazione, progresso, che daranno risorse e benessere, proprio a quelle classi sociali.
Se, in questo scenario di progresso, costruisco i meccanismi di redistribuzione opportuni, do una risposta a quelle esigenze; questa è la mia ricetta. Banalmente: per dividere la torta bisogna prima farla. (e poi c'è tutto il tema della risposta ai bisogni non materiali, bla bla bla).
La tua ricetta qual'è? Perché non è che si sia mai capita bene eh...
Ma per favore ancora Con lo spauracchio cpi, le elezioni so finite. Evitiamo di regalare credito. Nei quartieri c'è Salvini, che non è meglio ma non è la stessa cosa.
Nel merito quel che ritieni è SBAGLIATO. FALSO. Come dimostrano una valanga di dati statistici, economici, sociali.
Ti invito a riprendere la discussione sul topic apposito sui temi economici. O a leggere "le forze del lavoro " della sociologa americana Silver che ha fatto un immenso lavoro statistico in merito.
Le condizioni sociali non migliorano con quel che credi, ma dalla resistenza a quel che credi fin dagli albori del capitalismo. Fin dal 700.
Ma è addirittura ovvio : il capitale tende a minimizzare i costi e a fare maggiore profitto, sempre.
Se nell'800 la sinistra avesse pensato come te e dato ascolto agli industriali che dicevano "non si puo" staremmo ancora a lavorare 14 ore senza diritti e senza welfare . Niente di questo benessere è stato concesso, NIENTE . Tutto è stato strappato con dure lotte. Torno a sfidarti a dimostrare il contrario, cosa che non fai mai.
Qual'è la mia ricetta?
Inserire nuove rigidità a tutela di chi lavora. Non del lavoro, ma di chi lavora.
Sugli effetti negativi :
Le aziende in difficoltà per i costi aumentati (ossia che dimostrano l'assenza di profitto a condizioni date) ma la cui produzione genera una domanda percepibile vengono supportate tramite la cassa depositi e prestiti nel breve periodo, alla condizione che trattino su una ristrutturazione/riconversione pianificata concordata.
Le aziende che mantengono profitto ma chiudono pretestuosamente, avendo valore sociale oltre che economico, vengono confiscate e consegnate giuridicamente in custodia ad un'associazione cooperativa dei dipendenti costituita ad hoc (ovviamente anche i quadri, mica solo gli ultimi livelli) di cui la liquidità nella fase transitoria è garantita dallo stato.
Il proprietario può rientrare in possesso delle "sue" proprietà semplicemente rigarantendo l investimento e pagando allo stato i costi sostenuti, anche a rate, parliamo di aziende saldamente in utile.
I profitti recuperati coprono ampiamente la riforma, anzi direi che potrebbe anche avanzare qualcosa.
Entra in conflitto con le norme comunitarie di aiuti alle imprese?
Iniziamo a porre in Europa il problema che le imprese non costituiscono solo produzione economica ma, soprattutto quelle grandi, produzioni sociali che non possono dipendere unicamente dalla competitività di mercato .
Questo per iniziare poi si vede.
Potrei in realtà andare oltre e dire come gestisco i disoccupati, il commercio con l'estero o i capitali finanziari. Ma questo giochetto diviene meno plausibile quanto più si va in dettaglio perché resta una pura speculazione. Motivo per cui mi fermo
Come vedi non serve socializzare i mezzi di produzione per decreto per mettere in campo un'offensiva politica di stampo opposto dagli ultimi vent'anni