Non ci vedo niente di male, soprattutto se quello che hai te lo sei costruito nel tempo, senza sottrarlo indebitamente ad altri o allo Stato.
questo non è un concetto neutro o naturale.
L'esplosione storica della sinistra dall' '800 e lungo tutto il '900 è dovuta proprio alla messa in discussione di quanto affermi in neretto.
L'ideologia capitalista ritiene che la ricchezza non viene sottratta indebitamente ma è merito di chi la detiene.
L'ideologia socialista (TUTTA, da proudhon a Marx, da Blanqui a Bakunin, arrivando fino a Rousseau) la ritiene sottratta indebitamente attraverso meccanismi celati dietro la logica del capitale e il lavoro salariato.
Ambedue sono ideologie, nessuna delle due rappresenta una Realtà assoluta. Sono realtà di parte derivanti dai rispettivi soggetti e interessi contrapposti.
L'illusione della sintesi è, per l'appunto, un'illusione, come è riscontrabile dall'analisi storica in tutta la parabola della specie umana.
Si afferma come verità semplicemente l'ideologia più forte, imponendo gli interessi che ne conseguono (piccolo inciso: questo intendeva Marx quando parlava di "dittatura", non un regime monopartito)
Marx è ricordato sopra tutti i citati perché ebbe il merito di dimostrare scientificamente (e in QUESTO, non nella politica, risiede la scientificità di Marx) sul piano economico e storico come questo sia avvenuto, come la ricchezza non sia né un merito né un furto, ma il frutto di una progressiva alienazione dei pochi ai danni di molti.
A questa dimostrazione scientifica, che poco c'entra con le successive sperimentazioni socialiste, NON C'E' A TUTT'OGGI una falsificazione.
Ah ma io non ho alcuna competenza in materia fiscale e economica per sapere cosa andrebbe fatto.
Secondo te gli operai di inizio '900 avevano queste competenze?
I braccianti di Di Vittorio le avevano (o Di Vittorio stesso)? Le avevano forse le camere del lavoro?
Le avevano i milioni di diseredati di questa terra che hanno tentato nel corso della storia l'assalto al cielo?
Io non credo.
ECCO dove risiede l'inganno della competenza che ha infettato viralmente la sinistra negli ultimi tempi.
ECCO che significa quando dico che ad essere cambiati siamo noi, non il sistema di produzione.
Ci siamo disarmati da soli, pensando che per parlare di economia serve una laurea e un master.
E' chiaro che così ci condanniamo alla totale impotenza e cerchiamo soluzioni in presunti professionisti che sono solo stakeholder di quegli interessi che possono permettersi economicamente di farsi rappresentare.
Per capire l'economia non serve la competenza tecnica. Serve coscienza politica.
Perché le "guerre di merito" sono SEMPRE guerre politico-sociali mascherate sotto altra forma.
Ecco Danny, perché rappresenterai sempre uno zero virgola? Perché hai connaturato il senso di colpa per il benessere.
Nel mio specifico oggi aiuto i miei genitori che non arrivano a metà del mese.
I miei nonni facevano i servi. Ma non i servi dei padroni: i servi dei servi dei servi.
Io mi sono messo da parte due soldi due, e li gestisco oculatamente, sono un tipo risparmioso: esco dal supermercato sempre con due cose in busta. Ho un buono stipendio anche perché ho accettato il rischio di perdere il lavoro, cosa che, come detto, mi è successa tre volte. E tre volte ho cambiato competenze e ricominciato da capo.
No, rappresento lo 0,0 perché la guerra sociale l'abbiamo persa mentre voi l'avete vinta.
Nel '900, non oggi. E l'avete vinta grazie ai vantaggi economici che vi ha dato lo schiavismo, lo sfruttamento del lavoro minorile, la giungla sociale. Cose che il capitalismo fa ancora oggi, non nel 1836, ma che a te piace dimenticare perché ti fa comodo.
Chiaro che così è più facile vincere la guerra. Il punto è che vincere così equivale a perdere (e infatti il socialismo reale ci ha provato a venire in quella direzione e ha drammaticamente perso).
Non è senso di colpa per il benessere.
E' capacità di spiegarsi da dove deriva. La capacità che tu non hai né avrai mai se non attraverso una serie di belle favolette che ti racconti prima di andare a dormire, caro il mio homo oeconomicus.