In realtà il capitale allo "stato puro e primigenio" è nemico del patriarcato e della famiglia tradizionale, perché solo un individuo completamente avulso dai suoi legami sociali farà di tutto pur di prostituirsi e svendere la propria forza lavoro. Sono le esigenze di controllo sociale che riducono il capitalismo a più miti consigli su tutta una serie di questioni (tipo anche il potere clericale).
OT
Ecco, la teoria della riproduzione sociale smonta affermazioni come questa, a mio avviso a ragione perché la supposizione per cui il "capitale allo stato puro" sarebbe nemico del patriarcato è un'astrazione logica (o meglio una forzatura logica) di alcune categorie marxiste che non ha riscontro nella Storia.
Anzi al contrario, non considera che la cosidetta "famiglia tradizionale" è una peculiarità borghese, che non aveva riscontro nelle precedenti forme storiche a noi note. Sembra assurdo quanto affermo ma ora mi spiego.
la ragione economica non considerata dalla forzatura che riporti è presto detta: il
lavoro di cura.
Il lavoro di cura è una necessità inaggirabile nella riproduzione della forza lavoro e rappresenta uno dei limiti fisici all'estensione della giornata lavorativa, esattamente come per le ore di sonno (non si può estendere la giornata lavorativa a 20 ore altrimenti la forza lavoro muore).
Allo stesso modo non ci sarebbe riproduzione della forza lavoro (o sarebbe rallentata-rovinata) senza cottura dei cibi, senza igiene domestica, senza cura della prole, etc.
Queste attività sono indispensabili alla riproduzione della merce Forza Lavoro.
Il capitalismo ha tre vie:
- lasciare il lavoro di cura al lavoratore, riducendo però ulteriormente la giornata di lavoro (quindi il profitto)
- metterlo a mercato, farlo divenire merce, ma con la conseguente necessità di alzare il salario medio
- riservarle ad un soggetto interno al nucleo di riproduzione, la famiglia, che costa meno di ambedue le prime opzioni e che si riproduce senza erogare ulteriore salario.
Ovviamente la scelta ricade sulla terza opzione e in particolare sulle donne, le quali vengono private (ma solo in età borghese, badate bene) dei ruoli produttivi e relegate a quelli riproduttivi.
Nelle strutture economiche precedenti le donne partecipavano alla produzione eccome, SIA contadina SIA artigiana.
E' solo nel capitalismo che si afferma il modello familiare cosiddetto "tradizionale" (tradizionale per noi) in cui la donna non partecipa alla produzione e si occupa solo della cura.
Sul modello della donna e della famiglia della classe di riferimento si costruisce il modello familiare egemone. Anche ambiti (vedi il tessile) dove le donne erano storicamente occupate vengono progressivamente sostituite da forza lavoro maschile.
Le cose cambiano in particolare con un fenomeno: la guerra. con gli uomini impegnati al fronte le necessità produttive portarono ad una forte rioccupazione femminile.
Dal secondo dopoguerra la moltiplicazione esponenziale della capacità produttiva porta ad integrare occupazione maschile e femminile lasciando però sulle donne il carico del lavoro di cura ed esponendole ad una doppia costante attività.
Se il marxismo ha teorizzato che il capitalismo fosse contro la famiglia tradizionale è perché tanto marx che engels, da uomini del loro tempo, vedevano il lavoro di cura come naturalmente destinato alle donne (vedi "origini della famiglia" di Engels) e dunque la loro messa al lavoro come una violazione di quella natura. Il capitale che confligge con la famiglia patriarcale, mentre invece quella in opera era una perfetta combinazione.
Questo non li fece interrogare sull'origine economica e storica di quel lavoro, sul suo significato.
Ecco perché intervenire sul genere, sui ruoli, sulla divisione del lavoro non è una questione culturale o che riguarda semplicemente un settore oppresso (le donne).
Vuol dire capire il funzionamento economico della particella di produzione elementare della società e potenzialmente minarla dalle fondamenta attraverso comportamenti sociali in controtendenza, dentro le mura domestiche e fuori (parliamo infatti di scioperi non di sedute di autocoscienza).
EOT
L'ultima volta che aumentò l'IVA gli incassi dello Stato si ridussero di alcuni miliardi invece di aumentare causa contrazione dei consumi.
Vero è che si era negli anni più bui della crisi, ma vero anche che una mossa del genere sommata all'aumento del costo del servizio pubblico dovuto (anche) alla fine del QE e all'incertezza politico-economica potrebbe riportarci indietro nel tempo.
magari oltre a prendere per il culo Di Maio io mi chiederei il senso di una clausola come quella sull'IVA.
Una misura assurda dettataci dall'europa nel 2011 per chiudere l'accordo con il governo berlusconi.
Cosa ci dice l'Unione Europea?
Stai coi conti in rosso, ok ti concedo un prestito. un prestito a condizioni assurde, 20 miliardi di rientro in un solo anno. Come dire: ti concedo un prestito a condizioni che so già tu non potrai rispettare.
Cosa succede
se quando non le rispetti?
Sei costretto a misure economiche che NON ti fanno recuperare più soldi, permettendoti di rientrare meglio o almeno in parte maggiore, ma, come dice Kobra, mortificano ancor più l'economia, fanno rientrare ancor meno soldi e ti mettono in guai ancora peggiori.
Questa è l'Unione Europea signori e signore.
Mo veniteme pure a dì che l'erasmus è na bella cosa o che qualcuno qui dentro grazie all'Europa ha trovato un bel lavoro.