Dopo 14 mesi di governo delirante si configura la maggioranza più naturale uscita dalle elezioni 2018.
L'alleanza gialloverde è stata un abominio frutto della follia dei principali attori oggi alleati, in particolare Grillo e Renzi.
Incompatibilità presunte, analogie arraffazionate tra lega e 5S, un clima da derby calcistico sono tutta fuffa che ha avuto come unico risultato criminale quello di aver fatto governare per questi mesi la peggiore combinazione possibile.
Riprova che si trattasse di fuffa oggi oltre al governo si ipotizzano anche accordi locali tra PD e 5S in vista di elezioni future.
Al netto delle convinzioni dei rispettivi integralisti, che oggi restano con un inevitabile cerino in mano, questa è la soluzione politicamente più logica.
E io rosico perché ho perso una scommessa per l'impuntatura personalistica di Matteo Renzi (seppur motivata da un atteggiamento analogo da parte dei grillini) che, è cosa ormai nota, fece naufragare in diretta TV una trattativa che era in corso eccome e che oggi, con 14 mesi di ritardo, trova un suo esito positivo.
Ora, pur credendoci molto poco per non dire zero, spero per loro (e per noi) che portino a casa oltre al contenimento dell'iva almeno un paio di misure popolari sul piano del reddito di cittadinanza (rafforzamento) e sul salario minimo.
Senza misure di questo tipo il ritorno di Salvini non è un rischio, ma una certezza.