scusa vorrei capire per quale ragione la differenziazione degli impieghi del terziario rispetto all'industria renderebbe più difficile lavorare meno e tutti.
Potrei capirlo se parlassimo di una comunità ristretta di 200 individui, un po' meno se parliamo di nazioni con decine di milioni di lavoratori.
Sulla piena occupazione ovvio che non si tratti di occupazione al 100% ma di azzeramento della disoccupazione strutturale (e il permanere di quella frizionale, ossia quella di cui parli tu, fisiologica che si aggira attorno all'1-1,5%).
Chi ha raggiunto questa soglia?
E certo che la mia è un'interpretazione dell'economia, ma credo di avere anche diversi argomenti a supporto che spesso mancano alle ideologie dominanti in merito.
Rispetto alla questione settimana lavorativa: ho detto una stronzata, ricordavo male, si tratta di 3 ore al giorno, quindi 15 a settimana
Ma il succo del discorso mi sembra lo stesso, vorrebbe dire lavorare due giorni la settimana invece che cinque, sarebbe una differenza clamorosa.
Andiamo al calcolo:
In Italia abbiamo 24 mln di ULA (Unità lavorative annue full time) a fronte di 25,5 mln di lavoratori a cui aggiungere 2,8 mln di disoccupati e 9,5 mln di inattivi in età lavorativa (da questo conto ho già tolto 4 mln di studenti delle scuole superiori secondarie e universitari).
Ciò significa che A CONDIZIONI INVARIATE si potrebbe lavorare tutt* il 40% in meno di quanto si lavora oggi. Il che significa tra le 20 e le 25 ore la settimana.
Tuttavia un cambio di questo tipo comporterebbe alcune significative variazioni nelle ore occupate.
Toccherebbe ad esempio considerare tutte quelle ULA del settore pubblico che in Italia sono state utilizzate de facto come salario sociale o ammortizzatore indiretto.
Vedi lo sdoppiamento polizia-carabinieri nel controllo del territorio, vedi l'enorme ammontare di dipendenti di alcuni enti locali, vedi gli attuali numeri dell'esercito italiano, ecc.
A questo andrebbero aggiunte le ULA nei settori privati che subirebbero una forte ridefinizione in un cambio di sistema di questo tipo: vedi poli industriali obsoleti come l'ILVA, vedi l'industria auto i cui livelli produttivi sono drogati nonostante un enorme invenduto, etc.
Arrivi davvero facilmente alle famose 15 ore settimanali (3 ore al giorno) che anche per studi non certo marxisti rappresenterebbero un optimum sociale:
https://it.businessinsider.com/lorario-di-lavoro-piu-produttivo-3-ore-al-giorno-il-migliore-dal-punto-di-vista-fisiologico-3-giorni-alla-settimana/