Guerra in Medio Oriente

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Nesta idolo

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #180 il: 12 Apr 2018, 15:40 »

Offline orchetto

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #181 il: 12 Apr 2018, 15:43 »
certo, è una combinazione sincronica di elementi strutturali, come tutti i regimi politici.

E il movente imperialista in italia '45 non ce lo metti?
Che gli americani ci hanno dato una mano a cacciare i fascisti per filantropia?
Vale meno? I partigiani italiani valgono più dei ribelli siriani?
O forse l'unica cosa che cambia è la tua prospettiva?
è impossibile discutere cosi se ogni volta cambi paradigma storico dovrei risponderti con unaenciclopedia.
La sintesi è che comunque il tuo paragone non c'entra nulla con la situazione data (e si che la storia ne ha tanti di esempi a disposizione) perchè il contesto è diversissimo

Offline FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #182 il: 12 Apr 2018, 16:01 »
Il contesto non modifica alcuni principi di fondo che dovrebbero essere basilari.

Non si capisce in che termini il contesto dovrebbe giustificare i partigiani e non gli oppositori di assad.
A meno che non si vogliano minimizzare le atrocità di assad.
Ma sono convinto che se fossi stato siriano difficilmente avresti fatto differenza tra le torture di assad e quelle di mussolini.

Dici "era diverso" solo perché da italiano vedi bene quelle di mussolini e molto male quelle di assad e ti permetti di fare ragionamenti geopolitici che di certo nella pelle di un siriano non avresti fatto.

Offline orchetto

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12951
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #183 il: 12 Apr 2018, 16:30 »
Il contesto non modifica alcuni principi di fondo che dovrebbero essere basilari.

Non si capisce in che termini il contesto dovrebbe giustificare i partigiani e non gli oppositori di assad.
A meno che non si vogliano minimizzare le atrocità di assad.
Ma sono convinto che se fossi stato siriano difficilmente avresti fatto differenza tra le torture di assad e quelle di mussolini.

Dici "era diverso" solo perché da italiano vedi bene quelle di mussolini e molto male quelle di assad e ti permetti di fare ragionamenti geopolitici che di certo nella pelle di un siriano non avresti fatto.
Se tu non riesci a capire che mettendo sempre in mezzo i nostri partigiani imposti il dibattito su di una posizione forzata e tendenziosa mettendo già in condizione l'altro interlocutore di essere svantaggiato non so come continuare a discutere.
Ti rendi conto della portata simbolica dei partigiani qui in Italia?
Ti rendi conto della portata del fu nazifascismo nella prima metà del '900?
Su che basi dobbiamo discutere?
Sul se io fossi un siriano come mi comporterei? Ha senso tutto ciò?

Non ho fatto un ragionamento geopolitico ma dei rapporti di forza interni a quello schieramento in base alle poche informazioni che avevo: questo è un ragionamento pienamente legittimo.

Offline FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #184 il: 12 Apr 2018, 16:42 »
Li metto in mezzo perché quella è la prospettiva che ha avuto un siriano.

Hai un regime in carica da 50 anni, che ha annientato le opposizioni, che tortura e uccide, che te massacra intere cittadine per far capire chi comanda. tu che fai?
Il siriano dopo anni di bocconi amari, in un'ondata che ha coinvolto l'intera regione ha deciso di scendere in strada e ribellarsi rischiando la sua vita e si è trovato di fronte solo islamisti e le potenze europee (per interessi propri) a sostenerlo, mentre i compagni gli facevano notare "la differenza del portato simbolico della resistenza" rispetto alla loro misera rivolta da arabi.

Questa è la cruda realtà se cambi prospettiva.
E si te devi senti svantaggiato, mica cito i partigiani a caso. Li cito proprio per produrre un'identificazione prossima che renda l'idea di quanto può essere stata bieca la posizione ortodossa
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #185 il: 12 Apr 2018, 16:57 »
Li metto in mezzo perché quella è la prospettiva che ha avuto un siriano.

Hai un regime in carica da 50 anni, che ha annientato le opposizioni, che tortura e uccide, che te massacra intere cittadine per far capire chi comanda. tu che fai?
Il siriano dopo anni di bocconi amari, in un'ondata che ha coinvolto l'intera regione ha deciso di scendere in strada e ribellarsi rischiando la sua vita e si è trovato di fronte solo islamisti e le potenze europee (per interessi propri) a sostenerlo, mentre i compagni gli facevano notare "la differenza del portato simbolico della resistenza" rispetto alla loro misera rivolta da arabi.

Questa è la cruda realtà se cambi prospettiva.
E si te devi senti svantaggiato, mica cito i partigiani a caso. Li cito proprio per produrre un'identificazione prossima che renda l'idea di quanto può essere stata bieca la posizione ortodossa



Offline orchetto

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #186 il: 12 Apr 2018, 17:13 »
Li metto in mezzo perché quella è la prospettiva che ha avuto un siriano.

Hai un regime in carica da 50 anni, che ha annientato le opposizioni, che tortura e uccide, che te massacra intere cittadine per far capire chi comanda. tu che fai?
Il siriano dopo anni di bocconi amari, in un'ondata che ha coinvolto l'intera regione ha deciso di scendere in strada e ribellarsi rischiando la sua vita e si è trovato di fronte solo islamisti e le potenze europee (per interessi propri) a sostenerlo, mentre i compagni gli facevano notare "la differenza del portato simbolico della resistenza" rispetto alla loro misera rivolta da arabi.

Questa è la cruda realtà se cambi prospettiva.
E si te devi senti svantaggiato, mica cito i partigiani a caso. Li cito proprio per produrre un'identificazione prossima che renda l'idea di quanto può essere stata bieca la posizione ortodossa

se punti all'identificazione prossima offuschi la lucidità dell'analisi
ma vedo che ti stai un po troppo offuscando su sta cosa della Siria
io ti invito anche per la serenità del dibattito ad usare argomentazioni dialettiche più rispettose dell'interlocutore soprattutto perchè così si discute più sereni senza trabordare in maniera grossolana
distorci i significati delle cose che si scrivono a tuo vantaggio
ovvio che non andrei mai da un siriano a dirgli una cosa del genere ma c'è bisogno di dirlo?
purtroppo si evidentemente e questo mi sa che è un segno di come si sta imbarbarendo questo dibattito 

Offline Kobra

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #187 il: 12 Apr 2018, 18:14 »
Macron dice che ha le prove dell'uso di armi chimiche.
Bene, lo prendo in parola.
Abbiamo anche le prove che la Jugoslavia e l'Irak sono stati stato bombardati sulla base di prove false: che fa, attacca Washington?
Se lo reputa un compito troppo arduo abbiamo pure le prove che la Libia è stata bombardata sulla base di prove false, quindi può sempre autobombardarsi, così non danneggia nessuno.
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #188 il: 12 Apr 2018, 18:37 »
Li metto in mezzo perché quella è la prospettiva che ha avuto un siriano.

Hai un regime in carica da 50 anni, che ha annientato le opposizioni, che tortura e uccide, che te massacra intere cittadine per far capire chi comanda. tu che fai?
Il siriano dopo anni di bocconi amari, in un'ondata che ha coinvolto l'intera regione ha deciso di scendere in strada e ribellarsi rischiando la sua vita e si è trovato di fronte solo islamisti e le potenze europee (per interessi propri) a sostenerlo, mentre i compagni gli facevano notare "la differenza del portato simbolico della resistenza" rispetto alla loro misera rivolta da arabi.

Questa è la cruda realtà se cambi prospettiva.
E si te devi senti svantaggiato, mica cito i partigiani a caso. Li cito proprio per produrre un'identificazione prossima che renda l'idea di quanto può essere stata bieca la posizione ortodossa

La coerenza rende impopolari anche nei confronti degli amici più cari.

Al di là dell'ovvio, se al mondo è giusto odiare qualcuno, allora quel qualcuno deve avere la storia e le fattezze di Assad e moglie. Mostri. La fisologia prevale sulla filosofia. Mostri.

Offline Vincelor

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #189 il: 12 Apr 2018, 18:46 »
Magari fosse possibile spiegare la crisi siriana con uno o due fattori interpretativi. Come in molti paesi nati dopo l'epoca coloniale, le dimensioni da considerare sono molteplici. La dimensione religiosa: Assad è sciita in un paese a maggioranza sunnita, la situazione opposta dell'Iraq con Saddam. Essendo sciita è un naturale alleato dell'Iran. E qui si aggiunge la millenaria spinta e controspinta tra persiani e popolazioni mesopotamiche prima e arabe poi. Le diverse fedeltà tribali all'interno del paese sono un altro fattore. Ancora, il fatto che il Baath nasce laico e socialista e per anni ha represso le organizzazioni religiose. Insomma, spiegare tutto in termini di lotta di classe e di anelito per la democrazia e la libertà mi sembra riduttivo

Offline Kobra

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #190 il: 13 Apr 2018, 08:13 »


“Il caso Skripal è una messa in scena: la Russia non avrebbe avuto nessun tornaconto ad ammazzarlo, anzi. E Theresa May in tutto questo segue Trump, porta il linguaggio della strada nelle relazioni internazionali, esprimendosi come una casalinga in piazza”.

Eduard Limonov parla piano, il parchetto davanti a casa sua è coperto di neve e a 75 anni suonati, i capelli bianchi, sembra essersi dato una calmata. Limonov però è come un cobra: t’incanta e poi scatta all’improvviso. Meglio lasciarlo parlare liberamente, allora. Lo spettacolo d’altra parte sta tutto lì.

Intellettuale, poeta, scrittore, fuggitivo (prima New York e poi Parigi), attivista politico, combattente, capo popolo con il partito dei Nazional-Bolscevichi, dissidente e molto altro. Forse il primo scrittore al mondo divenuto celebre come personaggio di un romanzo altrui, quel ‘Limonov’ di Emmanuel Carrère che lo ha reso noto ovunque ma che non gli ha portato un rublo in diritti.

La notorietà non lo ha arricchito: riceve in un modesto bilocale in centro (con le infiltrazioni alle pareti), libri e quadri d’ordinanza. Ma è Limonov e la sua vita esagerata comunque affiora – “no, per carità, non si sieda lì, chi si siede su quella poltrona va in galera, è già successo due volte… la tengo solo perché costa e me l’ha regalata un oligarca”.

Il tema dell’intervista voleva essere le elezioni di domenica ma la ‘guerra gelida’ tra Londra e Mosca è impossibile da ignorare. “Guardi, io sono l’ultimo che ha voglia di difendere Putin, mi sono fatto quattro anni di galera per colpa sua. Ma se Serghei Skripal fosse stato davvero pericoloso non lo avrebbero liberato per poi tentare di ammazzarlo. E col nervino si muore in pochi minuti, mentre lui è ancora vivo!”.

Insomma, per Limonov è tutta una montatura per incastrare Mosca. Perché? La Russia era stata “depennata” nel 1991 dalla lista degli avversarsi ed è questo ostinato ‘ritorno dalla tomba’ a creare “frustrazione” in Occidente. Però l’Occidente, nel combattere la Russia, è in preda a una sorta di allucinazione. Vladimir Putin, ad esempio.

“Le decisioni non le prende lui da solo, ma in modo collettivo. Il Paese è governato da circa 30 famiglie. E Putin più che uno zar è il portavoce di questo gruppo. Il nostro sistema politico è autoritario, certo, e le elezioni sono fasulle ma il sistema non si esaurisce con Putin. Prenda Alexei Navalny. Credo che sia l’unico in 1000 anni di storia della Russia ad essere stato condannato a 5 anni e ad aver fatto una notte di galera… perché? Perché dietro di lui c’è uno di questi blocchi di potere e se vuole le faccio anche un nome: Mikhail Fridman, il fondatore di Alfa Group. La percezione della Russia in Occidente è fin troppo semplificata”.

D’altra parte non potrebbe essere altrimenti. La Russia per Limonov è un paese con una sua “propria identità” – “ma lasci stare le fiabe di Alexander Dugin e soci, non se le beve più nessuno” – che ha sempre trovato il suo baricentro nel resistere alle “pressioni culturali”. “Il liberalismo in Russia è durato poco e per la maggior parte delle persone ha significato impoverimento. Così ora guardiamo al nostro passato, soprattutto i giovani, e l’Unione Sovietica è diventata per noi una sorta di antica Roma. Il liberalismo sta morendo ovunque, ad ogni modo, e se devo essere sincero io sono più preoccupato per l’Europa che per la Russia: noi siamo un popolo selvaggio, in qualche modo ce la caveremo. Voi, non so”.

Limonov, in questo ultimo passaggio, è un Limonov al quadrato nella sua componente ‘nazional’ e sottolinea come il modello democratico ormai abbia raggiunto i limiti in virtù della sua “falsità”; la colpa è dei “tratti coloniali” e il mondo – compresa la Russia – “si è stancato” di subire la lezione e sta cercando di tornare a una “varietà di modelli”. “L’Occidente è in una fase apocalittica della sua storia: avete fatto entrare troppi migranti e ora fareste meglio a occuparvi dei vostri problemi”. Ma qui il discorso si fa complesso e sarà per un’altra volta. Limonov allora cambia pelle, da cobra a pensionato. “Torni in primavera, le offrirò il tè sul balcone: sono così belli gli alberi verdi”.

https://voce.com.ve/2018/03/15/303831/eduard-limonov-il-caso-skripal-e-una-montatura-contro-mosca/

Offline FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #191 il: 13 Apr 2018, 08:41 »
Magari fosse possibile spiegare la crisi siriana con uno o due fattori interpretativi. Come in molti paesi nati dopo l'epoca coloniale, le dimensioni da considerare sono molteplici. La dimensione religiosa: Assad è sciita in un paese a maggioranza sunnita, la situazione opposta dell'Iraq con Saddam. Essendo sciita è un naturale alleato dell'Iran. E qui si aggiunge la millenaria spinta e controspinta tra persiani e popolazioni mesopotamiche prima e arabe poi. Le diverse fedeltà tribali all'interno del paese sono un altro fattore. Ancora, il fatto che il Baath nasce laico e socialista e per anni ha represso le organizzazioni religiose. Insomma, spiegare tutto in termini di lotta di classe e di anelito per la democrazia e la libertà mi sembra riduttivo

mai sostenuto che la questione siriana possa essere ridotta a due-tre fattori interpretativi.
Contesto esattamente che si riduca all'interpretazione geopolitica che considera solo i rispettivi interessi delle potenze mondiali.
Io ho detto una cosa diversa: da marxista internazionalista, da attivista, da cittadino il mio primo pensiero va al punto di vista delle migliaia di siriani che nel 2011 hanno provato a prendere in mano il loro destino, hanno sfidato il potere che li opprimeva da 50 anni, hanno messo in gioco se stessi mettendo a rischio le loro stesse vite.
A quell* che tra mille difficoltà hanno provato a costruire una Siria diversa, scendendo in strada con parole d'ordine progressive, in sintonia con le nostre.
Sono stati torturati, espulsi dal loro paese, uccisi, senza ricevere quasi il minimo sostegno internazionale, solo dubbi, sfiducia, accuse.

Non è l'unico punto di vista certo, ma è quello che per me resta più importante.
E' quello che per me si traduce con il termine Solidarietà.

Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario

Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.

Offline Vincelor

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #192 il: 13 Apr 2018, 08:54 »
mai sostenuto che la questione siriana possa essere ridotta a due-tre fattori interpretativi.
Contesto esattamente che si riduca all'interpretazione geopolitica che considera solo i rispettivi interessi delle potenze mondiali.
Io ho detto una cosa diversa: da marxista internazionalista, da attivista, da cittadino il mio primo pensiero va al punto di vista delle migliaia di siriani che nel 2011 hanno provato a prendere in mano il loro destino, hanno sfidato il potere che li opprimeva da 50 anni, hanno messo in gioco se stessi mettendo a rischio le loro stesse vite.
A quell* che tra mille difficoltà hanno provato a costruire una Siria diversa, scendendo in strada con parole d'ordine progressive, in sintonia con le nostre.
Sono stati torturati, espulsi dal loro paese, uccisi, senza ricevere quasi il minimo sostegno internazionale, solo dubbi, sfiducia, accuse.

Non è l'unico punto di vista certo, ma è quello che per me resta più importante.
E' quello che per me si traduce con il termine Solidarietà.

Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario

Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.
Questo ti fa onore e, pur non condividendo il tuo punto di vista, mi piace leggerti perché offri un punto di vista sempre molto stimolante. La geopolitica non è che deve piacere o no, esiste. Inoltre, il siriano che descrivi tu, a cui va ovviamente tutta la mia solidarietà e a lui e a chi si trova nelle sue condizioni in tutto il mondo, temo che sia una componente molto minoritaria nel paese. Purtroppo, anche a seguito dei troppi anni di guerra e dell'enorme perdita di vite umane, la logica tribale sembra aver prevalso. Dietro ci sono poi interessi a spartire di fatto la Siria, quantomeno in zone di influenza, tra diversi attori

Offline FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #193 il: 13 Apr 2018, 09:05 »
E' una minoranza perché è stato ESPULSO dalla Siria per mano di Assad.
Senza contare i massacri e quelli ancora in carcere.
UN TERZO della popolazione Vincelor, un terzo.
Te credo che sono in minoranza, lo sarebbe stato qualsiasi movimento popolare al mondo.

E noi invece che incolpare Assad di questo lo rappresentiamo come loro limite.


Segnalo questo articolo:
http://www.radiopopolare.it/2018/04/usa-e-russia-pronti-alla-guerra-in-siria/

Offline Kobra

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #194 il: 13 Apr 2018, 09:55 »
La questione siriana si complica sempre più. A dimostrazione che vincere le battaglie sul campo serve solo a macinare altre vite nel mulino mai fermo delle violenze settarie e dei contrapposti interessi, ma non ferma i conflitti se non vi è una volontà di accordo fra le forze sul campo e, ancor più, fra le potenze esterne che le manovrano. In questi giorni sono tre i fatti principali che si sono susseguiti velocemente.

Il primo è l’accodo del 4 aprile scorso all’interno del cosiddetto "processo di Astana" fra Iran, Russia e Turchia. Il secondo è il nuovo (presunto) attacco chimico da parte del regime di Damasco e il terzo è il nuovo attacco missilistico israeliano in Siria. Non che questi fatti siano direttamente collegati, ma tutti ci rivelano una sfaccettatura di questo intricato e sanguinoso mosaico. Molto rumore, ovviamente, ha fatto la notizia di un attacco chimico che ha colpito la popolazione già stremata della Ghouta, l’enclave alle porte di Damasco che per anni ha ospitato le forze dei gruppi insorgenti e che ora è stata pressoché completamente riconquistata dalle truppe di Assad. L’uso di armi chimiche suscita giustamente lo sdegno per la sua brutalità e vigliaccheria; tanto che il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato pesanti ritorsioni contro il regime.

Come sempre avvenuto in Siria, tuttavia, le cose sono sempre meno chiare di quanto appaia: anche questa volta, sia Damasco sia Mosca hanno negato che le forze siriane abbiano usato armi chimiche. Da un punto di vista tattico, si tratta di una mossa non solo inutile, ma ampiamente controproducente. Dato che presta il fianco ad azioni militari contro le forze che hanno di fatto ormai vinto sul campo di battaglia.

Quale che sia la verità, non si può comunque non notare come lo sdegno per i civili uccisi con il gas strida con lo scarso interesse verso il massacro quotidiano di siriani compiuto con armi convenzionali o – che è anche peggio – avvenuto per mancanza di cibo, acqua e cure. Chi si straccia le vesti per un attacco chimico sembra non scandalizzarsi per il quotidiano stillicidio di morti, feriti, profughi.

Cosa che genera il sospetto che anche le morti siano solo strumentali a considerazioni di interesse strategico. Il nuovo lancio di missili rivela invece il crescente nervosismo degli israeliani per il radicamento delle forze iraniane in Siria, ovvia conseguenza della loro vittoria militare sui movimenti di insorti sunniti. Israele teme l’innervamento nel Levante di una milizia sciita multi-etnica guidata dai Pasdaran iraniani: una sorta di 'super-Hezbollah', capace di premere sul Paese non solo dal Libano ma anche dalla Siria. Ciò rende sempre più evidente l’alleanza di fatto in Medio Oriente fra Israele e Arabia Saudita – cementata dall’atteggiamento duramente antiiraniano dell’Amministrazione Trump – per combattere Teheran e i suoi alleati regionali.

Questi eventi vanno collegati al recente accordo fra Mosca, Teheran e Ankara sulle zone di de-escalation, che dovrebbero evitare lo scoppio di nuovi scontri militare, ma che di fatto certifica e formalizza il loro ruolo e la spartizione in aree di controllo della Siria. Nonostante le profonde differenze di interessi e obiettivi, è evidente come i tre Paesi siano riusciti a trovare un minimo comune denominatore che di fatto garantisce il regime di Damasco e sancisce la sconfitta delle forze sunnite (e in parte anche curde) appoggiate dagli Stati Uniti, dai Paesi arabi del Golfo e, implicitamente, da Israele.

È questo che rende così nervoso quest’ultimo attore: l’essere ormai privo di forze credibili sul terreno da poter manovrare per i propri interessi nazionali. Allo stesso tempo è proprio questa sconfitta strategica che rende impossibile un accordo internazionale credibile sotto l’egida delle Nazioni Unite e che espone la regione ad azioni imprevedibili o all’apertura di nuovi fronti di conflitto. Sulla pelle della martoriata popolazione siriana si giocheranno con cinismo altre battaglie e ci si ergerà nuovamente a improbabili difensori.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/altra-strage-utile-e-senza-verit

Offline Vincelor

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #195 il: 13 Apr 2018, 11:38 »
E' una minoranza perché è stato ESPULSO dalla Siria per mano di Assad.
Senza contare i massacri e quelli ancora in carcere.
UN TERZO della popolazione Vincelor, un terzo.
Te credo che sono in minoranza, lo sarebbe stato qualsiasi movimento popolare al mondo.

E noi invece che incolpare Assad di questo lo rappresentiamo come loro limite.


Segnalo questo articolo:
http://www.radiopopolare.it/2018/04/usa-e-russia-pronti-alla-guerra-in-siria/
Può darsi, ma il discorso è molto complesso. La struttura della società siriana non consente la trasposizione di modelli fondamentalmente occidentali per la comprensione della realtà politica. Non è che c'era o ci sia mai stata una lotta tra fascisti e antifascisti. Non è che il fascista Assad è riuscito a reprimere i partigiani siriani. Come abbiamo visto in altri paesi della regione, la rivolta contro le vecchie autocrazie aveva radici molto diverse, e non tutte, anzi poche, riconducibili a un'aspirazione verso un maggior grado di democrazia. Ripeto che i fattori religiosi, quelli tribali e lo scenario internazionale sono chiavi di lettura imprenscindibili per orientarsi in quella che è una delle più terribili guerre civili contemporanee

Offline galafro

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #196 il: 14 Apr 2018, 10:06 »
Ci risiamo, i vecchi colonialisti sono tornati in azione. Siamo tornati indietro di 150 anni alla guerra di Crimea. Questa volta speriamo che i bersaglieri restino a casa.

Offline PARISsn

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #197 il: 14 Apr 2018, 13:54 »
intanto faccio una premessa.....leggo le dichiarazioni di Di Maio, Salvini e Meloni riguardo l'attacco alla Siria di stanotte...e mi domando..ma te pare che le cose de sinistra le devo sentir dire da questi??? poi leggo le dichiarazioni di Gentiloni Fassino e Martina e appunto capisco perche i tanti che vorrebbero ascoltare cose di sinistra non li votano piu' !!!....riguardo la Siria e Assad....ok sara' uno che incarcera gli oppositori...li fa sparire...bombarda qualche villaggio ribelle...tutto esecrabile e tutto da condannare...ma  una domanda poniamocela...al posto di Saddam, di Mubarak, di Gheddafi ect...gente che incarcerava, reprimeva, fucilava....oggi chi abbiamo??? lo schifo piu' schifo peggiore di questi che  l'occidente tanto celermente ha contribuito ad eliminare...non vi bastano come esempi?? pensate che abbattuto Assad per la Siria si aprira' un futuro radioso di democrazia e laicita' ??? ma de che'..... 8)

Offline FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #198 il: 14 Apr 2018, 21:05 »
Può darsi, ma il discorso è molto complesso. La struttura della società siriana non consente la trasposizione di modelli fondamentalmente occidentali per la comprensione della realtà politica. Non è che c'era o ci sia mai stata una lotta tra fascisti e antifascisti. Non è che il fascista Assad è riuscito a reprimere i partigiani siriani. Come abbiamo visto in altri paesi della regione, la rivolta contro le vecchie autocrazie aveva radici molto diverse, e non tutte, anzi poche, riconducibili a un'aspirazione verso un maggior grado di democrazia. Ripeto che i fattori religiosi, quelli tribali e lo scenario internazionale sono chiavi di lettura imprenscindibili per orientarsi in quella che è una delle più terribili guerre civili contemporanee

la struttura della società siriana c'entra poco, soprattutto nel 2011.
Quando scoppiò la primavera in siria le milizie islamiche non erano minimamente presenti, così come gruppi legati a rivendicazioni etnico-religiose. Erano manifestazioni oceaniche che chiedevano la caduta di Assad e la fine della tirannia. Stop.
Assad dichiarò guerra a quell'opposizione, le cui manifestazioni vennero represse nel sangue, nel silenzio della sinistra europea che già allora gridava al complotto occidentale.
Solo alcuni mesi dopo (giugno 2011) iniziarono a fare capolino le milizie, quando già c'erano stati migliaia di morti e iniziavano i primi flussi migratori via dal paese.
L'escalation ha spazzato via le forze democratiche, che segnalo avevano istituito forme di autorganizzazione politica non indifferenti, e ovviamente hanno preso forza le fazioni in grado di reggere quel piano militare. LI' le milizie islamiche hanno preso peso e consistenza, ma in reazione alla repressione di Assad, mentre invece quando si parla di siria si rovesciano sistematicamente questi termini.
Dal 2012 uno scontro politico diventa guerra aperta e in guerra decidono gli eserciti. L'FSA inizialmente è stato un combinato di vari gruppi, ma progressivamente è stato egemonizzato dai gruppi islamisti, quelli con maggiori mezzi tecnici a disposizione se si considera che per il resto sono in gran parte disertori.

Quando faccio riferimento ad 1/3 di siriani espulsi dal paese è perché vorrei si riflettesse su questo dato: quello era il cuore della rivoluzione siriana e non erano né sono "tutti terroristi" (oppure, visto che si tratta di quelli arrivati in Europa, hanno ragione Salvini e Orban).
Erano e sono cittadini che lottavano per ottenere democrazia nel proprio paese.
Contro cui Assad ha scagliato il suo esercito, ne ha represso l'espressione politica, quindi li ha massacrati, torturati e cacciati dalle proprie case.
Quelli rimasti si sono affidati agli unici in grado di combattere a questo livello, ma sinceramente voi che cosa avreste fatto se non fuggire o affidarvi a chi poteva difendervi? Quali alternative oltre queste due?

L'ipocrisia della sinistra che oggi prende parola contro i bombardamenti è rappresentata dal silenzio di allora.
E' CHIARO che i bombardamenti di trump (come quelli di Putin che stranamente tutti dimenticano) sono dovuti a interessi geopolitici e non a filantropia. E' CHIARO che non risolvono nulla.
E' CHIARO che sono da condannare.
Anche solo per il fatto che sono una buffonata mediatica e che avrebbero modi molto più efficaci di intervenire (sul piano economico) invece che lanciar bombe.

Ma non mi venite a dire che le primavere arabe sono state una bufala montata dagli USA perché semplicemente non sapete di cosa parlate.
Gli USA sono intervenuti in quei processi esattamente allo stesso modo in cui la Germania è intervenuta nella rivoluzione russa. Per obiettivi propri che non possono essere confusi con le ragioni che hanno scatenato quelle rivoluzioni.




Offline Kobra

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #199 il: 15 Apr 2018, 07:01 »
padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino della Capitale, a Damasco:
«Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili», dichiara il frate che spera che «non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003 (da una coalizione formata per la maggior parte da Stati Uniti e Regno Unito, e con contingenti minori di altri Stati, ndr) perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con queste bombe»,

Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, accusa Donald Trump: «Usano l'argomento degli attacchi chimici solo per continuare la guerra, alimentare il commercio di armi e compiacere l'Arabia Saudita», ha detto. «Vogliono dimostrare il loro potere ma come vescovi e come cristiani diciamo che alla storia delle armi chimiche non crediamo»

l Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen, che al Sir ha detto: «Con questi missili hanno gettato la maschera. Prima era una guerra per procura. Ora a combattere sono gli attori principali. Sono sette anni, è iniziato l’ottavo, che si combatte sul suolo siriano e ora che gli attori minori sono stati sconfitti, in campo sono scesi i veri protagonisti del conflitto»

http://www.famigliacristiana.it/articolo/i-cristiani-siriani-vogliono-distruggerci-le-armi-chimiche-un-pretesto-per-fare-la-guerra.aspx
 

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