ora io forse (anzi direi sicuramente) sto per abbassare molto il livello del discorso ma, personalmente, e' da quando sono bambino che sento parlare delle complessita' di israele, delle sue motivazioni, dei suoi equilibri, del peso della storia, dell'odio verso di lei, dell'importanza di "capirla", di capire la sua composizione, le sue lotte intestine, ecc ecc. ok. a parte varie letture, dopo una esperienza pluridecennale di interazione con israeliani di vario tipo (per motivi diversi, famigliari, personali=donne e di lavoro) sono arrivato alla conclusione che su israele non c'e' tanto da "capire"... visto quanto sono frazionati, hanno un solo vero collante, cioe' l'esercito, e, siccome c'e' solo quello, tutto gli ruota intorno. l'aspetto militare e' dominante, e probabilmente e' stato cosi' dall'inizio (1917) perche' era l'unica cosa su cui si poteva fare leva per aggregare (l'hanno fatto anche gli inglesi, per dire). pero' questo ha dei limiti. per esempio, non sono proprio bravissimi a trovare soluzioni ai loro problemi che non comportino l'uso della forza. anche nella reazione ad hamas, hanno fatto esattamente quello che tutti ci aspettavamo (cioe' bombardare e distruggere ammazzando gente in modo circa indiscriminato), segno che tutti pensiamo, giustamente, che non sappiano fare altro. se poi hamas voleva quella reazione, allora israele ha fatto esattamente quello che voleva hamas, cosa sottovalutata a mio avviso. hai voglia a dire "non poteva fare altro"...
anche fare piani secondo me non e' il loro forte. per esempio: isr adesso probabilmente entrera' a gaza perche' bombardare a tappeto non risolve (e farlo come fanno loro e' quasi un segno di debolezza). ma gli converrebbe non doverlo fare, perche' entrare a gaza per idf significa grandi perdite e la concreta possibilita' di non riuscire comunque risolvere il problema al livello che gli serve, cioe' distruzione o capitolazione totale di hamas (unico risultato che puo' salvare netanyahu, per inciso). questo pero' hamas lo sa, per cui non capitolera' in nessun caso. e' una cosa palese: hamas costringera' isr a una guerra senza quartiere. anzi magari non vedono l'ora, magari e' una trappola. niente: "mobilizziamo", "entriamo", "siamo pronti", "abbiamo dato l'ordine" ecc ecc. se isr fallisce, e fallira' visto l'obiettivo irraggiungibile, che succede? boh. perfino biden pare gli abbia detto, "scusate, voi volete entrare a gaza ma un piano ce l'avete?". ed e' un'ottima domanda secondo me. eppero' non e' netanyahu il problema, e' una cosa piu' fondamentale. come la questione della convivenza a lungo termine con i paesi vicini, che e' una specie di non-problema per loro (si risolve con la forza).
insomma il vero punto debole di israele per me e' il fatto che, qualunque storia l'abbia portata qui, ora pare non saper fare altro che rispondere manu militari a tutto. questo e' anche il motivo per cui chi si e' minimamente e timidamente discostato da questa via, tipo rabin o sharon alla fine, sembrava un santo, un idealista visionario, roba da premio nobel per la pace tutti gli anni, anche 2 volte l'anno... perfino sharon. e la cosa peggiore, sempre per me, e' che questo aspetto puo' solo peggiorare, perche' ad assediare israele, in fondo, piu' che hamas sono il mare di ragazzini arabi che la circonda (=la demografia). e anche questo lo sanno da tutt'e due le parti. il tempo gioca con i ragazzini.