ricostruzione del tutto fuorviante dal punto di vista storico quella di Di Cesare.
Non è affatto vero che il sionismo originario fosse quello dei kibbutz socialisti e dunque il problema israeliano si riduca al governo attuale.
Nel '46 operavano movimenti come Irgun (movimento sionista revisionista che sarebbe poi in parte stato assorbito dall'IDF e sul piano politico si sarebbe tradotto con un paio di passaggi nel Likud) che a roma facevano cosette di questo tipo all'ambasciata inglese con 40 kg di TNT.
Sostenere che il progetto sionista equivalesse al kibbutzim è un falso storico clamoroso.
Sicuramente c'era una componente più ampia di sionismo socialdemocratico, ma questa venne sconfitta una cinquantina di anni fa ad essere buoni, schiacciata sotto il peso delle contraddizioni di uno stato come israele e dal suo nazionalismo necessariamente esasperato.
In secondo luogo non è vero che "ondate di ebrei" prima della Shoah già sposavano il progetto sionista.
Se vediamo i dati di emigrazione dai paesi del centroeuropa fino al nazifascismo grandissima parte degli ebrei scelse gli USA, non la Palestina. Perché il progetto sionista non convinceva affatto ed era ritenuto un nazionalismo dannoso tanto quanto altri da gran parte delle comunità.
Fu proprio ciò che avvenne in europa e al culmine la Shoah a convincere moltissimi ebrei della necessità di un proprio stato nazione.
1885-1925
1925-1942
Infine anche su Camp David Di Cesare accoglie acriticamente la tesi clintoniana, che però riporta semplicemente quella israeliana.
Ci sono fior di testi sul tema che smentiscono categoricamente che le cose siano andate come dicono, ossia che Arafat abbia "detto no a tutto" e che al contrario le proposte della controparte non erano affatto pacifiche.
Qui un articolo da parte di un diplomatico USA che era lì presente, quindi fonte diretta, e smentisce quanto sostiene la vulgata.
https://www.nybooks.com/articles/2001/08/09/camp-david-the-tragedy-of-errors/