Siamo subito dopo la guerra mondiale. Stai parlando di territori da decolonizzare. L'Inghilterra aveva un mandato che arrivava al termine e la creazione dello stato d'Israele hai voglia che non sia stato conquistato anche con le armi. Soprattutto è stato difeso con le armi. Il che è uguale.
Subito dopo l'annuncio della creazione dello stato d'Israele ci fu l'attacco congiunto dei paesi limitrofi e Israele difese i suoi confini, la sua esistenza. C'hanno provato a distruggerlo, non ci sono riusciti.
Israele si è legittimato, nel corso dei decenni con i cannoni e con le armi.
Senno' da mo che non esisteva più.
Eh no IB è una enorme forzatura quella che fai, non è uguale manco per niente.
Se non ci fosse stata quella deliberazione da parte dell'ONU (e sappiamo benissimo su quale onda emotiva avvenne) i sionisti avrebbero dovuto fare dal nulla una guerra e autoproclamare uno Stato e vedere poi se gli altri Stati lo avrebbero riconosciuto.
Israele non si è difesa (solo) coi cannoni e con le armi: Israele si è difesa grazie all'appoggio incondizionato dell'alleato americano, grazie a una serie di mosse geopolitiche, grazie a un lavoro di intelligence molto spesso illegale, fondamentalmente grazie al fatto di godere di una sorta di immunità nel mondo occidentale, per ovvie ragioni.
Ma più in generale questa visione della "punta di fucile" è obsoleta e irrealistica nel 2024.
Non sono le armi in senso stretto che garantiscono la difesa o la conquista di uno Stato: basta vedere l'Ucraina. Co tutte le armi che gli abbiamo mandato comunque stanno perdendo la guerra, e se anche un giorno la dovessero vincere tutti sappiamo che non sarà uno stato sovrano, ma uno stato satellite degli USA.
Quindi c'è di mezzo la Geopolitica, l'economia globale ad essa legata, la finanza.
E poi chiaramente anche le questioni culturali e religiose.
L'apartheid in sudafrica non è crollato per questioni militari, è crollato perchè tutto il resto del mondo e in particolare quello occidentale ha fatto capire che quel modello valoriale era insostenibile.
E' chiaro che militarmente non potrà mai vincere la Palestina: il massimo che possono fare è sparare due miccette o fare il mega attentato che lascia il tempo che trova.
L'unica speranza che ha di vincere è facendo leva sulle contraddizioni culturali occidentali, ma è una battaglia durissima perchè in situazioni di pace nessun media occidentale dà risalto alle quotidiane ingiustizie, piccole annessioni, umiliazioni, colonizzazioni etc etc dei sionisti.
Se ne parla quando succede qualcosa come il 7 ottobre e il genocidio che ne consegue o dopo le bombe al fosforo dell'operazione Piombo Fuso nel 2009.
Finita l'emergenza, cala il silenzio.
Come diceva Fat, gente come Marwan Barghouti, o comunque quelli svegli e inclini all'accordo vengono tenuti chiusi nelle carceri e silenziati.
Hamas deve pascolare il più possibile. Poi ogni tanto fanno fori qualche capo e si ricomincia.
E' anche però vero che nell'era degli smartphone e dei social la comunicazione è più difficile da contenere e da limitare.
Pian piano l'immagine che sta emergendo di Israele non è più quella simpatica degli intellettuali socialisti nei kibbutz, dell'enclave democratica in pieno territorio oscurato e oscurantista arabo, dei gay pride e dei rave party.
Oramai i video che girano testimoniano di un popolo (o la sua maggior parte) di psicopatici sadici pulitori etnici totalmente inumani in preda un delirio messianico-fascista.
Una piccola parte di ebrei israeliani e una grandissima parte di ebrei nel mondo provano una vergogna infinita e si dissociano pubblicamente: se li cercate è pieno di video in rete.
E questo ha una ripercussione anche nelle opinioni pubbliche, al punto che i governanti europei di centro destra qualcosa devono pure borbottare, vedi il patetico Tajani.