tu leggi nelle cose quello che vuoi leggere per le tue ideologiche crociate, pure quando la realtà concreta è diversa
e il bello è che io sui discorsi generali sarei pure d'accordo con te
ma tu devi sempre convincerti che l'idea viene prima del concreto, tutto deve essere ricondotto ai massimi sistemi pure quando si tratta di un problema molto meno complesso della lotta per il diritto della donna a fare ciò che vuole del suo corpo
vuoi che ti faccia un esempio nello stesso ambito, senza gf?
mica vi vuole tanto
che ne dici dell'hiv?
non è mio diritto fare sesso nel modo che preferisco, senza squallidi appendici di lattice, visto che il corpo è mio e le eventuali conseguenze le pago io?
e se ste conseguenze arrivano, con chi altri posso prendermela se non con me stesso per aver liberamente scelto di non usare un preservativo?
in che modo dire che ho fatto una stronzata io nega il diritto di tutti a farne?
alla supercazzola del canuto invece non so se rispondere, tanto ne seguirebbe un'altra perché non c'è modo di uscire dalla fallacia logica
la sua depressione, che è uguale a tutte le altre dello stesso tipo, è diventata improvvisamente sintomatica in un soggetto che non ne era affetto da sempre ma che non l'ha nemmeno sviluppata nel tempo
una malattia magica, che prima non c'è, poi c'è ma senza mai essere iniziata, poi mostra i sintomi senza esserci, poi boh
mi piace il nascondino, tra un po' sarà anche disciplina olimpica
sbra, non è che io "leggo ciò che ci voglio leggere", semplicemente ne do un'interpretazione.
te piace, non te piace, discutiamone. Ma non è che parlare di "crociata" di per sé determini la validità o meno del ragionamento.
I "massimi sistemi" si incarnano nella realtà, vivono nel concreto, non sono idee astratte su cui convenire, sono interpretazioni della realtà concreta, sono interpretazioni di realtà come quella di Tiziana.
La battaglia (o crociata come la chiami tu) non è mia, ma sopratutto dei soggetti che quotidianamente subiscono gli effetti di logiche come questa.
L'esempio dell'hiv non regge, o meglio svela la fallacia del tuo ragionamento.
Se io faccio i porno non c'è alcun automatismo diretto a giustificare insulti, dileggi e violenze psicologiche.
Se io faccio i porno scelgo di scopare davanti ad una telecamera, non tutto quel che ne consegue.
Vedere quel che ne consegue come automatismo lo legittima.
Del tipo: se svendi il tuo corpo devi aspettarti che qualcuno ti insulti.
diviene una conseguenza inevitabile, ma perché mai?
Io vendo il mio corpo come tutti, semplicemente tu vai in ufficio e io scopo davanti ad una telecamera. Perché mai io dovrei essere insultata per questo? Dov'è l'automatismo?
La differenza tra virus hiv e dileggio/insulti/violenze psicologiche è che il primo non ha SCELTA.
Chi insulta/perculeggia/esercita violenza SI.
Se tu fai sesso non protetto il virus non sceglie di infettarti, nel caso sia presente e a determinate condizioni ti infetta e basta. Qui si, c'è automatismo.
Se invece fai i porno e delle persone ti insultano o ti deridono queste persone SCELGONO di farlo.
Quindi è loro responsabilità, cosa che non puoi individuare nel caso del virus.
Con una particolarità, che svela ancor più la fallacia del ragionamento: nel caso invece la persona con cui fai sesso sia consapevole dell'essere portatore di HIV la responsabilità è sua e la stessa legge riconosce tale responsabilità (vedi il caso Valentino Talluto).
Quindi potrai anche essere stato poco accorto, ma la responsabilità resta comunque nell'altra persona che non ti ha avvertito e non in te che sei stato sprovveduto, ma non sei responsabile (se lo fossi la legge non punirebbe l'altra parte, come invece fa).