Pier Luigi Bersani: "Il no di Renzi ad anticipare il congresso è arroganza. Verdini? Ormai siamo alla casa delle libertà"
L'Huffington Post | Di Redazione
Pubblicato: 01/03/2016 15:17 CET Aggiornato: 1 ora fa
BERSANI
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Una risposta arrogante, tranciante". Così Pier Luigi Bersani commenta il 'no' ad anticipare il congresso arrivato dalla segreteria Pd. "Non è vero che abbiamo bisogno di Verdini come non era vero che avevamo bisogno di Berlusconi con il Patto del Nazareno. E' una scelta, Renzi scelga se vuol fare quello che rottama o quello che resuscita e su questo bisognerebbe fare una discussione anche congressuale", ha continuato l'ex segretario del Partito democratico.
"Se uno riesce a buttare fuori me...serve un bel fisico", ha aggiunto Bersani, conversando con i cronisti a Montecitorio, rispondendo a chi gli chiede se non abbia timore che, con l'ingresso dei senatori di Ala, ci possa essere contestualmente il tentativo di 'accompagnare' l'uscita dal Pd di qualche esponente della sinistra.
"La natura del Pd non è determinata da quello che dice o non dice Denis Verdini, ma da quello che fa il partito", replica Matteo Orfini, presidente dell'assemblea del Pd, interpellato dall'Agi. "Se non vuole votare la legge sul conflitto di interessi", ha aggiunto Orfini rispondendo alla domanda del giornalista, "non la voterà: la maggioranza l'abbiamo sempre trovata, anche senza Verdini". Infine, sulle polemiche della sinistra dem: "Mi sembra un dibattito surreale, al quale non voglio partecipare".
"Con il voto di fiducia Verdini entra in maggioranza e questo non è accettabile: il Pd è nato per essere alternativo alla melassa centrista", aveva attaccato in mattinata Federico Fornaro, tra i capofila della sinistra Dem, in una intervista al Tempo. E aggiunge: "C'è il dato politico: quando si vota la fiducia ad un governo si entra a far parte della maggioranza parlamentare", "per questo Roberto Speranza ha chiesto che si esprima il corpo complessivo del partito attraverso un congresso straordinario. Ed è stata significativa l'aggressione che ha seguito una richiesta assolutamente democratica". E ricordando il 2013 precisa: "Se Bersani avesse voluto l'accordo con Berlusconi e Verdini oggi sarebbe il presidente del Consiglio di un governo di larghe intese e Renzi farebbe ancora il sindaco di Firenze.
Proprio perché Bersani non volle fare il governo con Berlusconi e con Verdini si arrivò al passaggio del governo Letta e, molti lo dimenticano, al Letta 2". E conclude: "Ala è una superfetazione parlamentare, un gruppo che non esiste nel Paese reale, non ha circoli, sezioni o federazioni. È una delle tante operazioni di trasformismo politico che hanno caratterizzato la storia d'Italia. E non va che il Pd, nato per cambiare il Paese, strizzi l'occhio a questa operazione. Riconosco invece ad Alfano una diversa dignità politica, dopo la scissione ha creato un nuovo partito, piccolo, ma con realtà sul territorio".
Se ne è accorto pure lui. c'è vita nel pd?