E ricordo pure che c’è sempre un aggressore ed un aggredito (me lo avete insegnato voi) e che nel caso di Giuliani, lui non era l’aggredito.
vedi come la memoria condizionata dal potere arriva a rovesciare la realtà nella memoria.
Ora ti offro un'altra prospettiva su quegli eventi tramite questa mappa che ricostruisce schematicamente quella giornata:
Il nostro corteo partì dal punto 8, ossia dallo stadio Carlini.
E sarebbe dovuto arrivare al punto 14, quello era il percorso
autorizzato.
Vedi dove le direttrici rossa e blu si intersecano? Ecco lì è via Tolemaide, incrocio con corso Torino, dove i carabinieri ci attaccarono lateralmente con una violenza inaudita senza alcun motivo.
o meglio, al solo scopo di non farci raggiungere i margini della zona rossa, fin dove il corteo era
autorizzato.
Tanto che la stessa accusa - i PM - definirono gli scontri lì scoppiati come
legittima resistenza.
Puoi trovare la documentazione dove vuoi, i procuratori erano Canepa e Canciani.
Fermiamoci: il contesto in cui è morto Carlo Giuliani, ossia i disordini scoppiati all'incrocio tra via tolemaide e corso Torino, proprio dietro Piazza Alimonda (punto 19), erano LEGITTIMI. La stessa accusa ha ammesso che di fronte a quelle cariche indiscriminate, immotivate, violentissime, difendersi con la violenza era legittimo.
Non lo diciamo - solo - noi, arrivano a doverlo ammettere persino i PM.
E se guardate le immagini di via tolemaide vedrete che per "resistenza legittima" i pm non intendono una resistenza passiva, assolutamente impossibile in quel contesto di piazza.
Io aggiungo: non solo era legittimo, era l'unica cosa da fare, ci caricavano con camionette, cs e manganelli provando ad ammazzarci. Investendoci, tirando ad altezza uomo e, infine, pure sparando.
Piazza Alimonda (19) avviene esattamente in questo contesto, come potete vedere è a pochi metri dal punto interessato.
Uno dei mezzi utilizzati in queste cariche indiscriminate si incaglia a piazza alimonda, Carlo Giuliani è a 4 METRI da esso e GIUSTAMENTE usa l'unica cosa che si è trovato sotto mano, un estintore, per esercitare la suddetta resistenza legittima.
Viene sparato in pieno volto, quindi calpestato due volte dallo stesso mezzo.
Un funzionario lì presente inizia a vaneggiare di un sasso volante che deviò il proiettile e che la colpa fosse nostra.
Ma la realtà è semplice, nella sua atrocità: Carlo, come tanti altri di noi, si stava difendendo. Non era l'aggredito, era uno degli aggrediti. Noi. Che ci difendevamo dagli aggressori. Loro, i carabinieri.
Quindi Adler caro è esattamente il contrario di quel che supponi.
Questa storia, in questi termini, non è passata in nessun TG e in nessun media mainstream.
Pero su sta "cancel culture" non si scandalizza nessuno.
Lì per giorni si sentì a spron battuto delle bande di teppisti che avevano devastato genova.
E quella si è affermata come verità, nessuno tra "le persone per bene" si è mai chiesto il perché di quei fuochi e di quel fumo nero che si alzava da decine di vie e viette in città.
E' uscita poco a poco nel meticoloso lavoro dei genitori di carlo, dei comitati verità e giustizia, dei compagni e delle compagne lì presenti.
Io non vi auguro mai di trovarvi in una situazione del genere e di dover decidere se vale più la vostra vita o gli oggetti che possono salvarvela finendo distrutti.
Io la mia scelta l'ho fatta e non ho mai avuto mezzo dubbio a riguardo. Esattamente come nessun dubbio ho avuto sulla legittimità di quella resistenza. Troppo poco facemmo. Troppo poco mentre venivamo letteralmente trucidati per strada e nelle caserme.