Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici

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Offline trax_2400

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #440 il: 16 Apr 2020, 09:32 »
Un amico mi proponeva questa riflessione sui coronabond.
Né io né lui siamo esperti di economia quindi la riporto per chiedervi un parere.
Perché l'Olanda e altri paesi del nord non vogliono i coronabond?
Secondo il mio amico non è perché non vogliono accollarsi il nostro debito (cosa che non credo avverrebbe).
Il problema è che i coronabond, basandosi sulle garanzie di tutti gli stati europei, avrebbero dei tassi d'interesse molto bassi, e sicuramente molto più bassi di quelli italiani.
In Olanda ci sono molte banche.
Queste banche per guadagnare comprano dei titoli. Oltre ai loro (che sono ad interesse quasi zero), comprano anche titoli italiani, che sarebbero un affare perché in realtà sono solvibilissimi e quindi possono godere dei maggiori tassi d'interesse senza accollarsi un vero rischio.
(Il tasso d'interesse italiano è superiore rispetto a quello che dovrebbe essere).
A questo punto loro perderebbero una consistente fonte di guadagno.

Può essere o sto' a dì una caxxiata?
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #441 il: 16 Apr 2020, 09:34 »
Chi ha la possibilità di scappare dall'Italia lo faccia subito perchè non prevedo niente di buono per i prossimi decenni, faremo una fine peggiore della Grecia.
Fame, miseria e degrado: ecco quello che ci aspetta.
Conte non ha il coraggio di dire NO al MES oppure è succube della Merkel e da quello che so Conte sta per affidarsi a degli esperti (non politici) per sdoganare tutte le misure restrittive messe in atto contro l'epidemia; e questo perchè non ha il coraggio delle proprie azioni e non ci vuole mettere la faccia, come anche nessuno degli attuali governanti, che da dietro le quinte pensano solo a mangiare.
Se Conte non se la sente più dia le dimissioni SUBITO, prima che sia troppo tardi.

Offline DajeLazioMia

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #442 il: 16 Apr 2020, 09:41 »
In questo tipo di narrazione secondo me scompare completamente la classe intermedia tra il padrone e il proletario.

La classe a cui appartiene la maggior parte del mondo occidentale. Composta da salariati che stanno bene (o non stanno male rispetto ad una media ideale della storia dell'umanità) e non lavorano in fabbrica, da liberi professionisti, da piccoli imprenditori (quello che ha un negozio, una pizzeria a taglio, etc)...

Tutti noi abbiamo appoggiato nella realtà la società che abbiamo determinato, ognuno facendo la sua parte e godendo di una fetta della torta, desiderando e facendo qualcosa che giustificasse il meccanismo economico e sociale. Desiderio di una casa di proprietà, di una macchina nuova ogni tot, di una vacanza o più l'anno, viaggiando con gli aerei come se fossero bus, assuefacendoci ad internet e ai social, desiderando  di fare continue e nuove esperienze, acquistando sempre più merce possibilmente sempre a prezzi più convenienti (a discapito di chi?), volendo stare sempre meglio (a discapito di chi?).

Tutto questo alimenta il sistema di cui siamo parte integrante e responsabili, per tutto ciò di negativo che produce.

La lotta tra capitalista e proletario è sullo sfondo, importante, ma la classe media (che è la maggiornaza del mondo occidentale) la guarda da una posizione trasversale.

Scendere in piazza chi? Per cosa? Si lotta quando non si ha nulla da perdere, insegna la storia. Chi è che sul serio, nella nostra realtà, non ha nulla da perdere? Dico sul serio però, non tanto per dire.

Ma la classe media ha molto da perdere, anche chi non se la gode, anche se vede le contraddizioni del sistema. È questo il paradosso più grande.

È questa la logica perversa del sistema, che ha superato da un pezzo la polarizzazione tra padrone e lavoratore, altrimenti sarebbe già crollata.

Accadranno eventi che metteranno in discussione tutto ciò, dopo quello che stiamo vivendo?

Vedremo.

Ma se non si sottolinea la profondità della questione e della contraddizione e quanto siamo veramente avvinghiati al sistema non si potrà mai cambiare la situazione.

Per me.






Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #443 il: 16 Apr 2020, 09:41 »
Questa cosa l'avevo spiegata poche pagine fa e si, il tuo amico ha in larga parte ragione.
Il problema non è accollarsi il debito, ma il tasso d'interesse.
Non è solo un problema di carry trading, che come già detto è comunque presente, ma anche che per quanto basso il tasso d'interesse dei coronabond sarebbe comunque più alto di quello dei titoli di stato tedeschi ed olandesi. Quindi loro dicono "perché dovrei accollarmi un interesse dello 0.8% se posso vendere debito allo 0.6%?"

D'altronde i coronabond non potrebbero avere interessi pari o più bassi dei titoli di stato olandesi o tedeschi altrimenti che convenienza avrebbe comprare i primi rispetto ai secondi?

Sulla patrimoniale: il timore della "fuga" riguarda ogni minima misura sia a vantaggio nostro. Che si parli di aumenti salariali, di diritti sul lavoro, di patrimoniale la leva del ricatto si basa sempre su questo concetto: se vi diamo qualcosa i ricchi scappano, i capitali scappano, le imprese scappano. Ci hanno fottuto vent'anni con questo ricatto.
Ed è un ricatto che fanno da circa 200 anni, andatevi a vedere i pareri delle associazioni industriali sulle otto ore lavorative o sul diritto di sciopero.
Anche allora dicevano che sarebbero scappati. Ma quando sono scappati? Quando i rapporti di forza sociali sono stati a noi sfavorevoli. E hanno continuato a farlo nonostante gli si concedesse pian piano di tutto, su salari, diritti, tasse.
Quando siamo forti non scappano ma mettono mani al portafoglio. Anzitutto per paura. Tocca tornare a mettergli paura.

...

Il salario MEDIO in italia è intorno a 1300 euro. Che, vedendo il potere d'acquisto di tale somma, è la quantità necessaria a comprare il necessario per vivere (cibo, vestiti, affitto o mutuo, utenze) e togliersi qualche sfizio (vacanze e hobby).
Ndo starebbe tutta questa "classe media"?

Ti invito a leggere questo articolo:
https://bresciaanticapitalista.com/2019/04/06/linvenzione-della-classe-media/

Offline anderz

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #444 il: 16 Apr 2020, 09:50 »
. Tocca tornare a mettergli paura.



Tutto qua

Offline DajeLazioMia

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #445 il: 16 Apr 2020, 09:56 »
@Fat

Ne conosco tanta di gente che guadagna questa cifra e non scenderebbe mai in piazza perché 1300 euro al mese hai tanto da perdere.

Hai un tetto sopra la testa, mangi, hai la tua auto magari non l'ultimo modello, ti fai una vacanzetta l'anno magari a Torvajanica e non in Sardegna, vede sky magari piratato, hai internet, puoi andare in palestra, hai la sanità pubblica...

Altrimenti la gente scenderebbe in piazza.

Per me se non si vede questo non si vede un gran pezzo della questione. È questa la catena che hanno saputo creare. Che tutti hanno qualcosa da perdere.

E il fatto stesso che tutti stiamo aspettando che un grande gruppo farmaceutico produca il vaccino e un grande gruppo di distribuzione lo porti nelle nostre farmacie è un altro pezzo del puzzle e della dipendenza dal sistema di cui vediamo le profonde contraddizioni ma che non siamo veramente in grado di mettere in discussione.

Per me.

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #446 il: 16 Apr 2020, 10:14 »
DLM fortunatamente per me guadagno anche qualcosa in più.
Eppure in piazza ci scendo e come me diversi altri nella mia condizione che conosco.
Quindi evidentemente non è quello il discrimine, no?

Negli anni '60 e '70 non è che in strada scendevano solo i morti di fame. Anzi.
Se guardiamo agli operai fu appunto un segmento sociale che lo stipendio ce l'aveva eccome, mica parliamo del sottoproletariato urbano che viveva di stenti e lavoretti.
Se guardiamo gli studenti idem, non venivano certo dal sottoproletariato, costretto a mandare i figli a lavorare a 15 anni, ma proprio dalle classi operaie e piccoloborghesi.
Anche questa convinzione ormai molto diffusa, che a ribellarsi è chi non ha niente, mi sembra una favoletta. Chi non ha niente non ha modo di ribellarsi, perché il ricatto in quel caso è troppo troppo schiacciante. Deve pensare soprattutto a mettere insieme pranzo e cena.
Chi si ribella invece è proprio chi ha qualcosa. Chi ha un tetto sopra la testa, mangia, ha l'auto, si fa la vacanzetta magari a torvajanica e non in sardegna.
Questi sono ESATTAMENTE il segmento che in passato si è ribellato.
Se oggi non lo fa non è certo perché ha queste poche cose, ma perché non lo ritiene utile.
Non pensa si ottenga qualcosa, come ben si intende dalle vostre parole (tue e di sorazio).
Ma proprio per questo serve tornare in strada e ottenere dei risultati, anche minimi.
Perché la migliore dimostrazione che si può vincere è tornare a farlo, anche in minima forma.

E te lo dico io che in vent'anni di militanza ho vinto poco, ma qualcosa ho vinto (tra cui proprio la vertenza che oggi mi consente di avere un salario leggermente superiore alla media).
Quindi so per esperienza diretta che questa strada paga. Molto più che la retorica del "farsi il culo".
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #447 il: 16 Apr 2020, 10:16 »
Se oggi non lo fa non è certo perché ha queste poche cose, ma perché non lo ritiene utile.

In fondo non dite una cosa tanto diversa con DLM.

Offline Gio

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #448 il: 16 Apr 2020, 10:17 »

Il salario MEDIO in italia è intorno a 1300 euro.



Questo é il vero prezzo che abbiamo pagato per l'entrata nell'euro. Non potendo piú svalutarsi la moneta di riferimento, le aziende italiane per restare competitive hanno dovuto agire sul lavoro (minori costi e piú flessibilitá). Chi lavora in un'azienda lo sa benissimo che, laddove i costi non possono essere ridotti o il lavoro non puó essere reso flessibile, ora si fanno in due le cose che prima si facevano in quattro,
Prendersela (solo) coi "padroni" é abbastanza miope.  I "padroni" sono il primo anello di una catena abbastanza lunga.
Che poi, se il lavoro non lo danno i "padroni", chi lo deve dare? Lo stato (come era un tempo). Lo stato peró, non puó piú spendere e, guarda un po', analizzando le cause, anche qui si arriva piú o meno allo stesso punto di prima.

La patrimoniale, poi, per me, é pura propaganda. Come i tagli alle spese statali. Alla fine sono sempre i piú deboli che pagano.  Metti la patrimoniale sulle case e gli affitti salgono. O tagli le spese statali e lo stato dá meno lavoro alle aziende che per lo stato lavorano. Chi paga davvero alla fine?
 

Offline vaz

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #449 il: 16 Apr 2020, 10:18 »

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #450 il: 16 Apr 2020, 10:30 »
In fondo non dite una cosa tanto diversa con DLM.

E' vero.
La differenza sta nel considerare questo un dato ineluttabile o modificabile.
E come farlo.

Questo é il vero prezzo che abbiamo pagato per l'entrata nell'euro. Non potendo piú svalutarsi la moneta di riferimento, le aziende italiane per restare competitive hanno dovuto agire sul lavoro (minori costi e piú flessibilitá). Chi lavora in un'azienda lo sa benissimo che, laddove i costi non possono essere ridotti o il lavoro non puó essere reso flessibile, ora si fanno in due le cose che prima si facevano in quattro,
Prendersela (solo) coi "padroni" é abbastanza miope.  I "padroni" sono il primo anello di una catena abbastanza lunga.
Che poi, se il lavoro non lo danno i "padroni", chi lo deve dare? Lo stato (come era un tempo). Lo stato peró, non puó piú spendere e, guarda un po', analizzando le cause, anche qui si arriva piú o meno allo stesso punto di prima.

La patrimoniale, poi, per me, é pura propaganda. Come i tagli alle spese statali. Alla fine sono sempre i piú deboli che pagano.  Metti la patrimoniale sulle case e gli affitti salgono. O tagli le spese statali e lo stato dá meno lavoro alle aziende che per lo stato lavorano. Chi paga davvero alla fine?

gio ma che dici, gli stipendi dei manager in questi anni sono saliti in modo spropositato.
Anche qui, abbiamo freddi numeri.
Se tagli da lì, giusto per fare un esempio, vedi quanto puoi aumentare in salari...

Il punto è considerare questa roba come un dato di fatto invece di qualcosa che varia in base a rapporti di forza.
Se i lavoratori sono organizzati e le organizzazioni di riferimento forti non va come dici tu. Va che gli stipendi li alzi perché altrimenti ti piantano un casino infinito e tu non produci più.
E allora i conti li fai quadrare diversamente, sforbici la quota di management invece dei salari.
Idem sulla patrimoniale: avviene quel che dici tu per un rapporto di forza sfavorevole.
Perché se le forze del lavoro sono organizzate e tu proprietario temi che alzando gli affitti ti si occupa casa vedi che non lo alzi l'affitto e gli effetti della patrimoniale cadono su di te come è giusto che sia e non riesci a scaricarla sui più deboli.

L'effetto fuga, l'effetto scarico, l'effetto ricatto sono tutti legati ai rapporti di forza, non a dati di fatto.
E' chiaro che le politiche non sono neutre, non vanno a dispiegarsi in un quadro statico, ma dinamico.
Se la dinamica è a favore dei ricchi, dei possidenti, dei capitali, è chiaro che queste misure risultano inefficaci e a volte addirittura deleterie, concordo con te Gio.
Ma se invece si dispiegano in una dinamica a favore della controparte, dei lavoratori, dei diseredati, dei non abbienti perché hai organizzazioni sindacali forti e combattive, pezzi che addirittura minacciano di farti del male, pezzi che si prendono ricchezze con la forza dei numeri (non servono mica le pistole) e vedi che sganci la grana perché non sei scemo.
I ricchi possono essere avidi, ma (quasi) mai scemi.
Si pensa che noi "comunisti" si sia anime belle, che credono alla bontà collettiva. No no, l'uguaglianza si impone per convenienza. Ti conviene essere più solidale e egualitario, altrimenti ne subirai le conseguenze.
E visto che spesso questa roba che dico si è tradotta con sgozzamenti e botte no, non è questo.
Minaccia non vuol dire "te meno". Vuol dire che il contesto in cui ti muovi è ostile e ti penalizza concretamente. Esattamente quel che avviene oggi in termini rovesciati e porta noi ad accettare un lavoro a 400 euro nonostante ti fai un mazzo tanto per tutto il giorno.
Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #451 il: 16 Apr 2020, 10:47 »
A mio avviso pero' questa suddivisione abbastanza netta tra ricchi e poveri é poco coerente con la realtà sociale. La patrimoniale sic et semplicità potrebbe anche toccare quell'immensa zona grigia che, poi, alla fine, in strada con te non ci scende se poi rischia che l'appartamento ereditato dal padre o comprato a mutuo viene tassato. Questa visione di una società divisa tra nullatenenti e ricchi con la ferrari mi lascia perplesso. Io credo in una maggiora complessità della situazione e quindi con la necessità di sfumare alcune questioni. Ti seguo a fondo sul salario dei manager e sulle rendite finanziarie. Sulla patrimoniale un po' meno.

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #452 il: 16 Apr 2020, 10:58 »
io l'esempio l'ho fatto con la patrimoniale proposta dal PD: sui redditi superiori agli 80mila l'anno.
I casi di cui parli tu non ne sarebbero minimamente toccati.
Questo per dire che immaginare una patrimoniale che non preveda l'appartamento ereditato mi sembra una roba fuori da qualsiasi concezione reale. Quindi più frutto di propaganda avversa che altro.

Così come la zona grigia che secondo me, sempre guardando ai freddi numeri, è molto meno estesa di quanto dici. Ovviamente dipende da quelle che consideriamo "ricchezze".
Per me la prima casa non è una ricchezza, è una necessità ("la uso per viverci, non per speculare" Cit.). E guarda, pur non potendomela permettere manco alla lontana non credo che il punto sia puntare il mirino su chi ha la casetta al mare o il camper.
Chiaro che se consideri zona grigia questa diventa un oceano.

Ma non parliamo di questo. Se ci concentriamo dagli 80mila in su l'anno, se ci concentriamo su chi gode di rendite e chi ha svariati appartamenti, non la seconda casa in campagna, beh vedi che la zona grigia diventa estremamente esigua e si colpisce duro dove serve, senza alcuna "vittima civile".

Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #453 il: 16 Apr 2020, 11:08 »
Infatti la confusione é grande e le incomprensioni fioccano.
A mio avviso quello che dice DLM non é diverso da quello che chiedi tu.
La patrimoniale va assolutamente spiegata.
Sui redditi superiori agli 80mila euro l'anno mi trovi d'accordo.

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #454 il: 16 Apr 2020, 11:10 »
Guardiamo alcune infografiche:











scusate il termine, ma "zona grigia" un par de cazzi.
E badate bene, l'ultimo grafico (fonte eurostat) aumenta notevolmente la ricchezza del secondo insieme "ricchi" perchè considera solo il 10% più ricco e non il 20%. Altrimenti si avrebbe una distribuzione simile al grafico 1.
Io qui non vedo zone grigie ma zone estremamente polarizzate.
Il punto però è come per la classe media. Ossia la confusione volontaria dei termini.
E' chiaro che se consideriamo "ricchezza" la seconda casa a torvajanica ci buttiamo dentro una marea di gente. Ma qui ragazzi parliamo di ricchezze che io so per certo gran parte di noi qui nemmeno immaginano esistere.
Il quadro intermedio che prende 2500 al mese non è un borghese, diciamolo chiaramente.
E' poco più di un proletario. rientra nella classe dei lavoratori, ma ha alcuni privilegi tipici della borghesia. ALCUNI, POCHI, non E' borghesia.
Ma politicamente ci si sente affine sia per desiderio di scalata sociale sia perché la borghesia per restare al potere deve produrre alleanze sociali o dovrebbe assumere tratti tirannici.

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #455 il: 16 Apr 2020, 11:35 »
Posto altre testimonianze per capirci.
Perchè qui parliamo di gente che nemmeno guadagna 5000 euro al mese, ma li spende in un giorno.
Spero che questa proporzione renda l'idea di quelli a cui mi riferisco.
E che, ne sono convinto, in molti pensano essere casi sporadici e anomali. E invece non è così, sono un'intera classe. Quando si parla di borghesia si parla di loro.

Per altro, notatelo, anche loro hanno lo stessa problema a percepire noi e quale possa essere la nostra condizione (vedi primo video di Lucci). Non perché sono stupidi o superficiali, ma perché è umano immaginare che la condizione propria delle persone parta dal sé.
La differenza fondamentale è che questa mancanza di comprensione generale delle rispettive condizioni va a tutto vantaggio loro.

https://www.iene.mediaset.it/video/lucci-la-crisi-non-esiste_66162.shtml



Offline DajeLazioMia

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #456 il: 16 Apr 2020, 11:39 »
Non è una questione nazionale ma mondiale. Non si può guardare solo a chi ha di più. È distorta. È un modo per discolparsi. Per me.

La differenza tra i  ricchi e i poveri a livello mondiale è molto piu ampia che tra i ricchi e i poveri in Italia. Chi non è tra i ricchi in Italia ha accesso a molto di più rispetto a chi è veramente povero nel resto del mondo. Chi non è ricco in Italia ha mooooooolto piu da perdere rispetto a chi è povero nel mondo.

Se guardo i grafici e non li interpreto male il 60% della popolazione italiana (che possiede il 35% della ricchezza nazionale) dopo aver "preso" dal 20 % più ricco (che possiede il 65%) poi dovrebbe dare, e pure tanto, per appianare le disuguaglianze economiche a livello mondiale, dove c'è gente che altro che 1300 ma anche 1000 euro al mese. Parliamo di manciate di dollari.

Senza questa consapevolezza, ma nel profondo della coscienza, non vai da nessuna parte.

I colpevoli siamo ANCHE noi. Quelli che devono rinunicare siamo ANCHE noi.

I "poveri" nostri mangiano alla mensa dei "non poveri" del mondo, sfruttando anche loro quel sistema ingiusto che vogliono modificare.

È questa la contraddizione e il dramma interiore che va affrontato e risolto.

Bisogna scendere in piazza per una visione globale e non periferica, mettendo sul piatto anche ciò che si ha, perché rispetto ad altri noi siamo i ricchi.

E lì sì che tocchi tutti, anche chi ha la casetta a Torvajanica, ma anche meno.
Certo che sì. E giustamente.


Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #457 il: 16 Apr 2020, 11:50 »
vedi IB, altro che zona grigia, qui avemo fatto proprio tutto un megafagotto :lol:

DLM, guarda, il modo per discolparsi non c'entra davvero niente, io continuo a guardare ai freddi numeri.
Al contrario dovresti interrogarti sul senso di colpa e da cosa deriva.
Certo che nel sud del mondo vengono prodotti disastri ancora maggiori ma pensi che sei tu a beneficiarne? Pensi che chi spende 5000 euro al mese è in grado di farlo grazie a cosa, solo a quello che succhia dal limitato ambito nazionale?

Il punto è che il mondo è sicuramente una roba complessa, se ci metti davanti pure il fumo è facilissimo disorientare e attribuire sensi di colpa a chi potrebbe ribellartisi contro. Non è un caso che in tedesco "debito" e "colpa" siano lo stesso termine.
Provo a dissipare la nebbia:
- è vero che nel sud del mondo i poveri sono ancora più poveri.
Ma non per colpa dei poveri occidentali. Non è colpa nostra DLM. Non lo dico per pulirmi la coscienza ma perché, anche qui, toccherebbe guardare ai freddi dati.
I tassi di sfruttamento del sud del mondo hanno due effetti:
1) gonfiano i profitti (sempre di quelli che spendono 5000 euro in un giorno)
2) permettono di vendere ai poveri occidentali prodotti a basso costo, quindi di tenere bassi i salari.

ATTENZIONE: poter comprare un lettore CD a 30 euro non è un vantaggio per te, ma per chi ti paga.
Se ci pensi a te non cambierebbe niente pagarlo 100 euro ed essere pagaro 2500 euro al mese.
Quindi il vantaggio non è tuo, non è nostro, è sempre e comunque "loro".
Il lettore CD costa 30 euro non perché tu sfrutti i cinesi, ma perché il capitale internazionale grazie a questo scambio sfrutta ambedue, riesce a mantenere salari bassi SIA nei paesi dove produce che in quelli dove vende.
E per questo tocca da esse internazionalisti. Non perché siamo buoni, ma perché ci conviene, perché è conseguente a come il mondo è organizzato.

Il problema è che una volta questo semplice concetto macroeconomico era patrimonio comune di quelli che "avevano qualcosa e protestavano". Anche di quelli meno istruiti. Gli appariva chiaro che non era loro la colpa, ma de quelli che stavano sopra, tanto di loro che degli operai all'estero.
E quindi veniva facile incazzarsi contro quelli giusti invece di giustificarli.
Oggi invece grazie a questa enorme confusione dei termini si finisce per generare il senso di colpa collettivo, non si protesta e si ritiene che la redistribuzione della ricchezza non dovrebbe coinvolgere solo chi ha la villetta a torvajanica, nono, anche chi ha meno!
Perché siamo tutti coinvolti, senza differenze, in barba ai freddi numeri.

Fatti sta domanda: ma il senso di colpa che senti a chi conviene? A te? Al cinese? O a quello che prende 5000 euro?
No perché sai, a te cambia davvero poco (quel lettore cd se non lo vende ai vari te se lo da in faccia) perché quella merce potresti averla comunque ad un prezzo e a un salario più alti.
Al cinese non conviene perché è il primo a subire la messa in competizione dei lavoratori sul piano internazionale.
Continua a convenire solo ad un soggetto: quello che grazie a sta giostra continua a spendere 5k al giorno.

Io credo che in questo discorso ci sia tanto che spiega perché oggi quelli che prima protestavano oggi non lo fanno più.

Offline DajeLazioMia

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #458 il: 16 Apr 2020, 12:01 »
Sì, sono ANCHE io a beneficiarne.
E ANCHE tu.

Esiste una contraddizione lacerante. Ma magari la vedo solo io.

I freddi numeri, sono appunto solo freddi numeri.

La visione deve per forza essere piu ampia. E tutti devono sentirsi responsabili. Certo che sì.

Non significa non voler partire dai ricchi italiani (io non ne faccio parte. Quindi ok).

Significa partire da lì sapendo che il prossimo ricco che deve mettere sul piatto ciò che ha sei tu. E io.

Altrimenti possiamo chiederci per pagine intere come mai la gente non scende in piazza e non cogliere un problema molto profondo che ci sta dietro.

Offline FatDanny

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Re:Vivere al tempo del coronavirus - temi sociali ed economici
« Risposta #459 il: 16 Apr 2020, 12:26 »
DLM ma noi NON SIAMO ricchi e NO, non ne beneficiamo manco per idea.
Allarghiamo la visione come dici tu, parto solo da me non conoscendo la tua situazione: io con il mio attuale salario mangio, pago il mutuo, il cibo per i cani e invece che comprarmi vestiti (ne ho pochi e li cambio dopo vari anni di utilizzo) compro prodotti di elettronica e faccio qualche viaggio (media di uno ogni tre anni circa). Per comprare la casa di cui sopra e la macchina me so' indebitato per l'intero della cifra non avendo liquidità. Secondo te sarei ricco??? E ndo sta il lusso che non lo vedo?
Secondo te mi dovrei sentire in colpa perché c'è chi non viaggia mai o che a stento compra il pane in bangladesh o a Singapore o in Senegal?
O dovremmo essere io o te il prossimo a mettere sul piatto ciò che hanno?

Famo i conti:
uno dispone di 5000 al giorno, io e te 50, altri solo di 1.
Ma secondo te ha più senso che
1) quello che ha 5000 mette 10, noi 5 e gli altri si ritrovano 16.
2) chi ne ha 5000 ne mette 3000 e io, te e gli altri se ritrovamo con un bel po' di più anche degli attuali 50? E te segnalo che il primo resterebbe co' 2mila eh, mica cazzi.

Ovvio che l'ho fatta semplice ma perché davanti al fumo certe cose dobbiamo riuscirle a spiegare anche con semplicità: no, sono totalmente contrario a quanto dici ma sono d'accordo che è questo il motivo profondo che sta dietro al fatto che la gente non scende in piazza.
Perché si ritiene ricca o ceto medio e crede che redistribuire le ricchezze domani riguarderà anche quel poco che ha.
Perché è stata fottuta nelle istruzioni attraverso cui guardare il mondo.

Manco per idea, assolutamente NO, io non devo dare mezzo euro bucato. E non per egoismo, ma per giustizia.
Anzi, ti dirò che per me è l'esatto opposto: io scendo in piazza per avere PIU' di quel che ho.
Sono in CREDITO non in debito. Anzi siamo in credito, solo che tu non te ne rendi conto e te senti pure in colpa de quello che hai.

E sai qual'è un altro dei modi che hanno avuto per fotterci le istruzioni? le nazioni.
Guardiamo il mondo come italiani, francesi, statunitensi, senegalesi.
Cioè secondo te un lavoratore nero di east new york avrebbe qualcosa da dare a un contadino del senegal? Ma davero?
Quello fa na vita demmerda tanto quanto, seppur in forme diverse. Ambedue fanno parte dello stesso circo fatto per espropriare le ricchezze (naturali, materiali e immateriali) dall'uno come dall'altro.
E se redistribuisci prendi quello che viene concentrato nelle mani di pochi soprattutto in occidente ma non solo per dare all'uno, lo fai per dare all'uno E all'altro.
Su questo si basa l'internazionalismo, l'alleanza dell'uno con l'altro perché l'interesse è COMUNE.
Perché non è vero che il lavoratore nero di East NY deve privarsi di qualcosa perché il contadino in senegal stia meglio, è tutto fumo messo negli occhi per evitare che questa alleanza si produca.
La percezione nazionale ci ha fottuto alla grande. Ragioniamo per confini invece che per condizioni, come se facessimo tutti parte della grande famiglia italiana. Ma ndo?

 

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