L'ho già spiegato. I discorsi finiscono nel momento in cui la vittima capisce che non è a cena, non sta per discutere un ruolo, ma sta per essere messa davanti a una scelta (quando va bene, a molte è saltato addosso, o si è presentato nudo; li la scelta è già andata). La violenza è perpetrata in quel momento, tutto quello che viene dopo NON PUÒ ESSERE ANALIZZATO O GIUDICATO perché avviene in situazione già di sudditanza psicologica quando non di vero panico o angoscia.
Ripeto, ogni discussione deve finire lì, se no non si è capito nulla della violenza, in particolare del sexual harassment e della violenza psicologica.
Sono intervenuto con le stesse parole in un post su Facebook del Signor Distruggere. Ho ricevuto due messaggi privati di due donne che mi ringraziavano in lacrime. Dicevano che per quello che era successo, malgrado fosse stato completamente subito, non riuscivano a liberarsi dai sensi di colpa. Che l'esperienza aveva rovinato per sempre l'idea di interazione con l'altro sesso e la loro abilità di avere relazioni normali. Che le parole di chi insinuava che una cosa del genere avessero potuto averla cercata ferivano mortalmente, peggio se da donne. Che non riuscivano a parlarne con nessuno, famiglia, amici, l'uomo col quale cecano di stare, con moltissima fatica (in un caso l'uomo lo sapeva). Che persone come me davano loro una speranza che avevano perso (non dico questo certo per autolodarmi, ma per far capire quante poche isole di comprensione esistano per queste donne. Sole, completamente, se non accompagnate dallo stigma dell'essere zoccole).
Davvero, accannate. In quel momento cambiano le regole e giudicare i comportamenti come se queste fossero tranquille tome tome cacchie cacchie vuol dire completa ignoranza delle minime basi di cosa sia la violenza psicologica.