A me invece sembra che ci sia una visione eccessivamente rosea e positiva della superlega. Con una proiezione sic et simpliciter del sistema NBA che ha origini, strutture e svolgimento profondamente diverse (e non é solo una questione di sport, ma anche...)
Scusami ma addirittura i procuratori che gentilmente si mettono d'accordo per prendere di meno perché Andrea Agnelli si mette d'accordo con altri Andrea Agnelli e fanno lo sguardo torvo mi lascia perplesso. Davvero pensi che si possa stagliare all'orizzonte un David Stern capace di far piegare i giocatori ? A me sembra abbastanza velleitario. Senza contare che resta la questione della diversa tassazione nei vari stati. Non credo la Superlega possa avere forza contrattuale da spingere i vari paesi europei ad armonizzare le norme fiscali.
A me questa visione del cartello in cui sedici squadre che da sempre si comportano come pirati farabutti nei rispettivi campionati alla fine decidono di convivere serenamente tra di loro accettando di vincere una superlega ogni 6 o sette anni aspettando serenamente che siano le altre a vincere continua a non convincere. I cartelli, da sempre, sono accordi molto fragili e spesso nascondono la voglia di prendersi a pistolettate reciprocamente.
I procuratori non si mettono d'accordo, subiscono la decisione.
Come accade alle controparti (industrie prossime) in ogni cartello.
Se il cartello dice che la commissione è 100k se il giocatore va in una di quelle squadre è sempre 100k.
Se la lega funziona e i giocatori vogliono andare lì non è che lo fanno perché lo dice agnelli, ma perché sono costretti a fare pippa. Non è questione di sguardo torvo, ma se vuoi giocare nella superlega devi stare alle condizioni della superlega. Secondo te i giocatori sono più interessati a quanto prende Raiola che a giocare nel Real o nel City? Io non credo proprio.
A meno che, come effetto conseguente al cartello, anche chi vi tratta si associa.
Gli stessi sindacati possono essere visti, per certi versi, in questi termini.
Questa roba si può vedere dalla produzione del ferro nell'800 ad Amazon oggi, passando per l'evoluzione bancaria.
Perché da questo dipende come si distribuiscono i profitti.
Rispetto alle norme fiscali diverse una soluzione compensativa si trova facile, in modo da omogeneizzare la condizione. Non forzi gli stati ad armonizzare le tasse, armonizzi tu i proventi e il risultato è lo stesso.
Ma hai visto già adesso i conti su cui si basano? Non le ipotesi un domani, quelli sui finanziatori già interessati: 4 mld di diritti tv, 385 mln a squadra l'anno (praticamente l'80% dei ricavi della juve, gonfiati per altro dalle plusvalenze).
Secondo me tu invece stai minimizzando le potenzialità, attribuendo delle caratteristiche peculiari al calcio che non ha.
Troppa importanza alla produzione concreta. Qui parliamo invece di valorizzazione.
E' la valorizzazione che guida i processi, non la produzione concreta. E' per questo che hai analogie negli stessi che si parli di acciaio, di scarpe, di bibite analcoliche o di intrattenimento.