A me i tatuaggi non piacciono, ho sempre detto che mai nella vita ne avrei fatto uno.
Poi a un certo punto mi è venuta in mente l'idea di tatuarmi due ideogrammi, dal significato per me molto importante.
Ricordo esattamente il periodo il luogo, ero a Kyoto, a maggio 2008 e facevano circa 30°. La ragazza giapponese che ci faceva da guida mi ha gentilmente scritto la "parola" con i due ideogrammi, e mi ha fatto un'avvertenza: "se ti tatui, non potrai più entrare nei bagni pubblici giapponesi o negli onsen, perché in Giappone i tatuaggi li hanno solo gli appartenenti alla yakuza". L'ho ringraziata e una volta tornata in italia ho aspettato comodi 2 anni prima di farmi il tatuaggio. Ovviamente ho verificato la correttezza degli ideogrammi, ci ho pensato e ripensato, e poi ho capito che è una cosa mia, una parte di me che doveva essere indelebile. E quindi ho ceduto e l'ho fatto.
Raramente sono stata così convinta di una mia scelta, è perfetto, sia la dimensione che lo stile che il posto in cui l'ho fatto (che si vede comunque solo d'estate e che io vedo solo se mi guardo allo specchio). Non potrei mai vedermi senza, è vero che sono solo 3 anni che ce l'ho, ma mi sento (sì, sembra assurdo anche a me) più completa.
Detto questo, non sono d'accordo con chi dice "ne hai fatto uno, ti verrà la voglia di fartene altri", per me non è assolutamente così. Ho vissuto il tatuaggio come un'esigenza.
Ora, voi direte, e sticazzi? Sì sì certo, è che volevo partecipare perché faccio parte della frangia di chi non li trova belli da vedere in generale. Sono gusti, quindi dire
be' insomma, popolazioni
più che altro gruppi, direi, sociologicamente definiti, appunto, tronisti, naingollani....insomma tipi
certo che si, dico la mia
più che dire la mia mi sembra un'offesa gratuita.
Poi oh, in finale sticazzi