...e invece la reazione scomposta di Nicchi è il sintomo che la class action ha colto nel segno.
Grazie alla clausula compromissoria e alla protezione di mamma FIGC l'AIA si è sempre sentita libera di orientare a proprio piacimento le giocate, le partite, i campionati.
Ora che i consumatori stanno aprendo un fronte in cui questi venduti sono a culo scoperto hanno giustamente timore che qualcuno faccia 2+2.
I tempi sono maturi per una classe arbitrale nuova, fatta di professionisti e sopratutto autonoma e slegata dalla FIGC.
Hai centrato la questione, Nicchi, che difende il proprio orticello ma soprattutto la sua fetta di potere, che consiste pure nel condizionare certe condotte arbitrali, è stato toccato non certo dalle minacce e dai presunti insulti o dalle contestazioni dei tifosi, cose avvengono dappertutto e da sempre, ma dalla class action che ha portato alla citazione presso un tribunale civile di due arbitri, iq uali dovranno rispondere ad una causa risarcitoria non perché hanno commesso errori di valutazione, ma per non essersi attenuti alle regole di condotta arbitrali, e, cosa che più ha fatto rodere il buon Nicchi, in questo caso la classe arbitrale non può ripararsi dietro la clausola compromissoria o l'autonomia dell'AIA in quanto l'azione legale viene da cittadini estranei al mondo dello sport, per cui la società Lazio ed i suoi tesserati non c'entrano nulla, il problema non è la loro onestà o meno, nessuno la mette in dubbio, ma i danni patrimoniale derivanti dalla loro condotta omissive del regolamento di condotta arbitrale.
Non c'entra l'errore, il nocciolo è che alcuni arbitri non hanno applicato il protocollo VAR, ignorandolo quando ci sono stati episodi che meritavano o meno una visione ed una riflessione in più; se Giacomelli avesse rivisto al video l'episodio del presunto fallo di mano e magari confermava che l'intervento era volontario nessuno poteva contestargli nulla, perché cmq aveva utilizzato il VAR nei modi e nei casi previsti.
Quello che Nicchi fa finta di non capire è che il problema non sono gli errori di valutazione, che sempre ci saranno nel calcio, ma nel fatto che certi arbitri si sono scientemente rifiutati di ottemperare a dei loro doveri regolamentari.