il giudice di linea di Lazio-frosinone non vede quello che tutti vedono benissimo, cioè il gomito alto di un frusinate che spacca lo zigomo di marchetti, nessun fallo, nessun fischio, l'azione continua con la palla fortunatamente fuori area; il giudice di linea di frosinone-roma non vede quello che nessuno poteva non vedere, cioè il braccio di digne alto che ferma volontariamente la palla in piena area di rigore, nessun fallo, nessun fischio; il giudice di linea di Lazio-sassuolo trasforma una sceneggiata pacchiana e vergognosa in fallo di rigore con relativa ammonizione
si parla molto del problema trasferta della Lazio: il problema c'è e sarà bene dedicargli l'attenzione che merita. altrettanta attenzione però sarebbe bene dedicare a un'altra questione. guardiamo le nostre ultime partite fuori casa: la trasferte con il chievo e con il napoli sono state senza storia e i limiti della Lazio sono emersi in tutta la loro evidenza; a Napoli lo scorso anno invece, rocchi, a Verona con l'hellas, giacomelli, a Reggio Emilia con il sassuolo, guida, gli arbitri hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per compromettere prestazione e risultato della Lazio. lulic non aveva fatto alcun fallo su maggio, giacomelli ha concesso l'inverosimile in area (e fuori) ai gialloblu, lulic non ha commesso alcun fallo su cannavaro. tre trasferte dal risultato aperto sono state trasformate così in un percorso a ostacoli per i biancocelesti, a volte ce la fai, altre no. resta il fatto che, in trasferta, quando è in grado di giocarsela, sul suo cammino la Lazio trova, sempre, qualcuno o qualcosa pronto a (tentare di) sbarrargli la strada
de vraij, biglia e parolo per onorare gli impegni con le rispettive nazionali sono finiti in infermeria, compromettendo più o meno durevolmente e seriamenti le sorti proprie e della propria squadra. insigne e higuain invece al calduccio, a casa, a curare i propri acciacchi, veri o presunti, belli pronti e decisivi per la sfida con fiorentina. e cataldi, titolarissimo nel doppio impegno (due partite combattutissime) con l'under 21, berardi invece, a casa, a curare i propri acciacchi, veri o presunti, bello pronto e decisivo per la sfida di Reggio. diciamo così, questione di stile. ognuno scelga quello che più gli si addice
sul banco degli imputati, neanche a dirlo, il Presidente Claudio Lotito. responsabile di non evidenziare, con la forza e il clamore dovuti, i torti arbitrali e quella sorta di boicottaggio continuo che i media esercitano nei confronti della Lazio. questione annosa, varrebbe la pena dire, di certo non è mia intenzione avventurarmi in diatribe dai confini e dagli orizzonti impossibili da definire e soprattutto da controllare. in tema di differenze però, non si può non notare come non siano i comportamenti delle società a determinare i temi alla attenzione della opinione pubblica, né tanto meno il loro clamore. sono i media che selezionano le tematiche da evidenziare e il risalto che ad esse va dato. nel caso di Lazio-sassuolo, ad esempio, saranno i media a scegliere se dare risalto al danno per il rigore inventato oppure alla eventuale volontà sopraffattrice e condizionatrice di un plenipotenziario come il Presidente Claudio Lotito. I media, non il singolo giornalista. e l'orientamento dei media lo decidono le proprietà. e anche i giornalisti vengono scelti dalle proprietà
perché tanta ostilità, diciamo così, e tanto diffusa nei confronti della Lazio? io provo a metterla così. se il Napoli dovesse conquistare il primo posto, non a ottobre che poco conta, bensì a febbraio, o a marzo, tutta la città campana, dal mondo della informazione a quello della politica, la cultura, lo sport, lo spettacolo, tutti si schiererebbero a fianco della squadra, la sosterrebbero, la coccolerebbero, denuncerebbero a voce alta e tono indignato le ingiustizie eventuali, vere o presunte, che alla squadra stessa capitasse di subire. lo stesso accadrebbe a Firenze con i viola. Nel caso delle squadre di Genova o di Verona, si metterebbe in risalto la divisione in città, la contrapposizione cittadina, si lavorerebbe sul colore della rivalità. delle strisciate non serve dire, lo sappiamo bene, come i loro ripetuti e frequenti primi posti assumano immediatamente valenza nazionale. se dovesse capitare invece, non sia mai, per carità, alla Lazio, tra febbraio e marzo di trovarsi al primo posto, tutta la capitale - beninteso, tutta la capitale in grado di dare voce e rappresentanza alle proprie opinioni - dal mondo della informazione a quello della politica, la cultura, lo sport, lo spettacolo, tutti si schiererebbero a fianco ... della roma, sosterrebbero la squadra giallorossa, la coccolerebbero, denuncerebbero a voce alta e tono indignato le ingiustizie eventuali, vere o presunte, che alla squadra stessa capitasse di subire. mettere la Lazio nel mirino, soprattutto a Roma, non solo non costa niente, ma il più delle volte produce consenso. e più volte ancora produce reddito e occupazione