Questo è il momento più difficile da quando c’è Inzaghi alla Lazio. Due sconfitte di fila in campionato e in mezzo un pareggio in Coppa Italia più arridente al Milan che alla Lazio.
Fin qui era accaduto solo due volte, di perderne due di seguito in campionato. La seconda volta, manco la considero. Avevamo mollato, giustamente, il campionato per giocarci quella maledetta finale del 17 maggio. La prima volta, invece, non fui oltremodo preoccupato. Perdemmo a Torino con la Juve giocando la peggior partita della stagione ma poi reagimmo bene col Chievo (senza Immobile), disputando una signora partita e non riuscendo a vincere solo per imprecisione sotto porta. Ma la squadra era in salute, tanto che di lì a qualche giorno eliminammo l’Inter a casa loro. Inter che veniva da otto vittorie di fila in campionato, mi pare.
Stavolta sono più preoccupato. Ci sono più fattori che stanno, a mio avviso, incidendo sulle prestazioni e conseguentemente sui risultati. Perché se un risultato può essere casuale (ho citato, appunto, Lazio-Chievo dello scorso anno), una striscia di risultati raramente è casuale.
Premessa politica. Quand’anche questa stagione finisse senza altri trofei e senza qualificazione in CL, sarebbe comunque una stagione con un trofeo conquistato, quindi una stagione positiva per definizione.
Pertanto, a differenza di altre stagioni, penso si possa parlare di quella in corso con grande serenità d’animo.
Parliamoci chiaro. La Lazio non sta giocando bene già da un bel po’. Credo che l’ultima partita convincente sia stata quella del Ferraris. Parliamo di due mesi fa, oramai.
Poi, ci sono state porzioni di belle Lazio a Bergamo, a Ferrara, il secondo tempo con l’Inter. Ci metterei anche il primo tempo con la Fiorentina in Coppa Italia. Ma poco altro. Le stesse vittorie rotondissime contro Crotone, Chievo e Udinese a me non hanno convinto per nulla. Sono state partite sbloccate alla prima occasione, dove la differenza l’hanno determinata perlopiù i solisti e un po’ di buona sorte. Ma in quelle tre partite la Lazio non ha giocato bene. Non è che se vinci tanto a poco vuol dire che hai necessariamente giocato bene. Per il mio modo di vedere il calcio non funziona così.
Con questo non voglio dire che siano stati due mesi in cui si è andati avanti solo grazie ai colpi di Milinkovic, a parate decisive di Strakosha e fino a Spal-Lazio alla grande vena di Immobile ma io la Lazio dei primi tre mesi non l’ho più vista, se non a tratti.
Ovviamente, le spiegazioni possono essere molteplici e tutte potenzialmente valide. Io mi sono fatto delle mie precise idee ma credo che poi torniamo sempre lì, ossia che in una stagione con 60 partite, mettendoci anche le Nazionali, non puoi sempre andare a mille e quindi, inevitabilmente, la flessione (vedi i casi di Roma e Inter) che dura otto/dieci partite può tranquillamente capitare. E può capitare anche alla Lazio senza che ciò debba menare scandalo.
Ora, la Lazio è chiaramente a un bivio. Io ritenevo e ritengo tuttora – nonostante le pernacchie prese – che la Lazio, in estate, non si sia affatto rinforzata, considerando i potenziali 18 impegni in più. Ho dato 5, come voto, al mercato estivo e se ci continuo a ripensare, capace che scendo pure a 4,5. Penso sia stato imperdonabile non dotarsi di un altro centrocampista di gamba FORTE, PRONTO, SCAFATO o in alternativa un profilo alla Milinkovic di quando l’hai preso (non è una ciambella dal buco facile ma intanto fai arrivare qualcuno…). E ovviamente, ora i nodi stanno venendo al pettine. Ad agosto mi domandavo e vi domandavo: “scusate ma quando saremo a inverno inoltrato e mancheranno due centrocampisti, come giochiamo?” E la risposta era “c’è Murgia” oppure “Luis Alberto mezzala”. Ecco, i signori sono serviti.
Dicevo, la Lazio è a un bivio perché a me pare palese che se certi giocatori non comincino ADESSO, SUBITO, DA STAMATTINA a ingranare veramente, dovremo inevitabilmente aspettarci l’abbandono di qualcosa.
Petkovic, che non era affatto uno stupido, decise di mollare il campionato. E quanto l’ho benedetta quella scelta! Se solo ripenso a quelli che dicevano che contro la Juve nella doppia sfida di Coppa Italia doveva mettere le riserve, mi verrebbe voglia di ridergli ancora in faccia.
Ora, questa è una squadra diversa da quella. Sicuramente più forte come organico e con qualche ricambio in più. Non troppi, però.
Ciò detto, io credo che le prossime 3, ossia Napoli, Steaua, Verona possono darci delle risposte, non dico definitive ma quasi, sul quesito che ho posto.
Ripeto, il mio convincimento è che si possa anche andare avanti su tutti i fronti senza mollare nulla a patto che i vari Patric, Wallace, Bastos, Murgia, Nani, Felipe Anderson mostrino DA SUBITO di essere dei valori per questa squadra, elementi sui quali si possa contare per davvero. Hanno queste 3 partite per dimostrarlo, visto che di riffa o raffa, Inzaghi li impiegherà tutti, almeno una volta.
La stagione dipenderà molto più da loro che da Milinkovic o Immobile.