Mentana su Progetto Dreyfus (non riuscivo a credere a quello che leggevo):
"Non ci si rende conto che il problema non è questa o quella squadra di calcio, quale tifoseria, chi l'ha tirata in ballo per prima. Il problema è che si è usata Anna Frank come offesa, come sgradita compagna di tifo. È l'estremo ricasco del culto militaresco di alcune frange del tifo, che mai del resto effigerebbero Mussolini o Hitler con la maglia della squadra avversaria. Chi vive a Roma sa che esiste una sorta di antisemitismo epidermico, e si è purtroppo abituati a vedere e sentire scritte e slogan in cui si definiscono "ebrei" gli avversari, come del resto l'omofobia fa usare allo stesso scopo l'appellativo di "frocio". È storia di ogni partita, e soprattutto dei derby, dove l'orrore semmai viene raggiunto con l'evocazione a scopo di monito della sorte del tifoso laziale Paparelli, ucciso da un razzo sparato dalla curva avversaria. È la ferocia che i tifosi del Napoli conoscono a ogni trasferta con gli inni al Vesuvio sterminatore, e quelli delle due milanesi con quel coro "Milano in fiamme". È la stessa ferocia delle evocazioni di Superga e di Scirea, lo stesso teppismo di quello scooter buttato giù dalla curva interista. E sono tante le storie di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve, per il racket dei biglietti omaggio, per il traffico di droga, per il merchandising tarocco. Se si fa un discorso di mele marce, queste si trovano in tutte le ceste o quasi. Ma qui si sta parlando d'altro, dell'abisso chiamato Olocausto, e di colei che ne è diventata al nostro tempo il simbolo. Lei di cui conosciamo solo gli occhi, il sorriso e il diario. E la sorte. Uccisa in un piano di sterminio sistematico della sua gente. Proporla come immagine negativa, allo scopo di irridere gli avversari, è letteralmente disumano (l'aggettivo usato da Mattarella). Non capirlo, o cercare di banalizzarlo è patetica autodifesa. A me non interessa che ci siano conseguenze penali, e tantomeno che ci siano conseguenze sportive che la società Lazio comunque non merita. A me come a tutti quelli che amano questo paese e il suo sport interessa che si faccia punto e a capo. Chi non capisce che ingiuriare una bambina morta nel lager per insultare gli avversari sportivi è una bestialità può solo esser tenuto fuori dagli stadi perché non crei contagio. Le condanne creano solo pretesi martiri, e altro vittimismo. Il 99% dei tifosi laziali e di ogni altra squadra ha ripulsa di queste non idee di odio. È ora di riprenderci gli stadi, cari tifosi, care società":
Ma ci vuole tanto?