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LA PETIZIONE
#AmoStoStadio: che il Flaminio diventi la casa della Lazio
L’iniziativa sul Change.org di Andrea Severini, (ex marito della Raggi, di fede biancoceleste) per convincere il patron Lotito e la sindaca ad «occupare» lo storico stadio attualmente abbandonato. Dopo 4 giorni più di 3 mila firme
di Valerio Vecchiarelli
Un esortazione che diventa petizione, richiesta di attenzione, lettera aperta a Claudio Lotito, presidente della Lazio. L’ha messa nero su bianco il 25 febbraio sul sito change.org, la piattaforma che raccoglie petizioni e appelli dei cittadini, Andrea Severini, non un supporter qualunque di dichiarata fede biancoceleste, ma l’ex marito di Virginia Raggi, storico attivista del Movimento Cinque Stelle del XIV Municipio, quello che ha sfornato l’intellighenzia della classe grillina romana.
Inventando una variante sentimentale allo slogan che è diventato tormentone dell’altra metà della città calcistica (#famostostadio), Severini scrive una lettera aperta indirizzata a Lotito, alla Ss Lazio e alla sindaca Virginia Raggi, perché venga seriamente presa in considerazione la possibilità di recuperare lo storico stadio Flaminio – in totale stato di abbandono da quando, nel 2011, la nazionale di rugby ha traslocato all’Olimpico – e trasformarlo nella casa della Lazio: «Chiediamo al presidente Claudio Lotito – si legge nella petizione - di prendere in considerazione la possibilità di far diventare lo stadio Flaminio lo stadio di proprietà della società sportiva Lazio. Sarebbe un gioiello moderno ad impatto zero nel cuore di Roma con tempi brevi di realizzazione e costi limitati». In 4 giorni la petizione è stata firmata telematicamente da 3670 sostenitori e un vecchio sogno dei tifosi biancocelesti ha ripreso vita dopo esser stato sotterrato sotto alle prese di posizione dello stesso Lotito.
Lo «stratagemma» e il volere dei tifosi
Appena sbloccata la questione di Tor di Valle e dello stadio della Roma, Virginia Raggi si era resa disponibile a incontrare la Ss Lazio per parlare dell’altro stadio. E subito, in un comunicato del 25 febbraio, la società aveva chiarito le proprie intenzioni: «Il sindaco di Roma e la sua giunta – recita la nota - sicuramente consentiranno di costruire anche per gli appassionati sostenitori dei colori biancocelesti, il proprio stadio, secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità dell’impianto, senza ricorrere allo stratagemma dello Stadio Flaminio che non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio». L’area individuata dalla società è una zona agricola sulla via Tiberina, anche se già nel 2009 una fetta del tifo laziale aveva già chiesto di prendere in considerazione l’idea Flaminio sia per motivi affettivi (è stato il teatro dei primi gloriosi anni della storia del club), sia per la sua ubicazione al centro della città che risponderebbe al senso di appartenenza di una tifoseria radicata nel cuore di Roma. Di certo sarebbe un bel modo per recuperare quello che è uno dei più spettacolari monumenti dell’architettura sportiva, disegnato da Pierluigi Nervi per l’Olimpiade del 1960 e diventato luogo di degrado e abbandono. Si attende la visita di Lotito in Campidoglio per capire se la petizione lanciata da Severini avrà un seguito. A basso costo economico e altissimo valore sentimentale.