Non sono d'accordo. Perdonami, Drake, ma i principi su cui si basa l'architettura fortunatamente sono quelli di Vitruvio: firmitas (stabilità), utilitas (uso utile che se ne fa), venustas (bellezza).
Con il tuo ragionamento anche il teatro palladiano di Vicenza o lo stesso Colosseo potrebbero essere abbattuti in quanto esplicano soltanto una funzione utile all'uomo (accolgono spettatori per uno spettacolo). Il Flaminio è un unicum dell'architettura italiana del dopoguerra per funzionalità, linea, volume, tecniche costruttive rivoluzionarie, tecnica di cantiere, economia, facilità di montaggio, uso avanzato del cemento armato precompresso, distribuzione dei percorsi, sicurezza, integrazione (magnifica) con il contesto, esposizione, visibilità, significato semantico, ecc.
Se lo abbattessimo perderemmo una vera opera d'arte notissima nel mondo. Si può obiettare che siamo riusciti ad abbattere il velodromo olimpico ma, infatti, l'Italia ha ricevuto il biasimo degli architetti di tutto il mondo. Il fatto che, nonostante tutto, il Flaminio sia stato lasciato morire, è una colpa dei nostri amministratori ma il suo valore culturale e artistico rimarrebbe, se restaurato, intatto. Cosa stanno facendo i maggiori studi di architettura italiani e internazionali? Fanno progetti di recupero e/o di ristrutturazione che, lasciando (quasi) intatta la qualità dell'opera, possano ad essa integrarsi sia funzionalmente che esteticamente nel segno di una proposizione che sia testimonianza dei nostri tempi e dello sviluppo che l'architettura ha raggiunto nel presente. Un dialogo serrato e paritario tra una concezione risalente al 1960 e un'altra del terzo millennio. Un fatto di alta cultura, insomma.
P.S. Gli studi di architettura progettano in attesa di un eventuale sblocco ma, se ciò non accadesse, sarebbe comunque un caso di studio di grande interesse data la complessità delle variabili: vincoli numerosi, uso dei materiali, degrado dell'esistente, integrazione tra urbanistica ed architettura e altro.
Perdona la lunghezza.