Anche il resto... niente di esaltante, però si lascia leggere, a mio avviso c'è molto romanzo e poca autobiografia, secondo me ha fatto sue molte vicende che magari negli anni di carcere ha ascoltato nei racconti (romanzati anch'essi) dei criminali veri, molti dei "fatti" che descrive (imho) risultano improbabili con lui come protagonista.
Sto finendo la biografia di George Best, dopo sono in ballottaggio Q e Meridiano di sangue.
Che consigliate?
Leggili tutti e due
Meridiano di sangue è bellissimo, violento e disperato, un western che si celebra da solo attraverso il proprio disfacimento.
La cosa micidiale è il cortocircuito tra il linguaggio quasi arcaico e la vividezza della narrazione, che si srotola livida e realistica lungo un corteo funebre composto da chi non ha mai avuto nulla e chi ha perso tutto.
Senza etica e senza nostalgia, perché quest'ultima è roba per chi si ferma a pensare. Oppure roba da
donne.
Non ho mai capito la sottovalutazione di Meridiano di sangue a vantaggio, ad esempio, della trilogia (Cavalli selvaggi, Oltre il confine, Città della pianura). La trilogia è bella, per carità, ma andrebbe detto che rappresenta un anello debole nell'opera di McCarthy.
E non ho mai capito l'oblio che circonda Suttree, che per me potrebbe essere tranquillamente inserito tra i 10 romanzi del 900 statunitense. Suttree è di una forza assurda, è un mondo di umanità estrema che, armata di due o tre istinti, parte all'assalto di dio. Suttree è
lungo il fiume, e per me conta (vedere Dead Man sul topic sigurdico jarmuschiano); è Huckleberry Finn ma anche il mondo marginale dei Barren di It.
In fondo non ho mai capito neanche la sottovalutazione di Figlio di Dio, la marginalità che diventa pura violenza, degradazione, necrofilia: uno contro tutto, talmente bestiale da essere il più umano.
Classifica personale mccarthyana.
1) Suttree
2) Figlio di Dio
3) Meridiano di sangue
4) La strada
5) Cavalli selvaggi
6) Città della pianura, Il buio fuori
7) Non è un paese per vecchi
Il guardiano del frutteto, Oltre il confine
Circa Q va detto che è un western anch'esso
E' romanzo che divide, lo ami o ti lascia indifferente (l'indifferenza è peggiore dell'odio).
Personalmente rientro tra chi l'ha amato tantissimo.
Comunque ti accorgi immediatamente con chi stare, fin dall'incipit, "Quasi alla cieca. Quello che devo fare". Inchiodato a una poltrona dell('allora)Eurostar e risucchiato in un ritmo improponibile per la maggior parte degli scrittori italiani, continuai a leggere. Quello che dovevo fare, quello che non potevo non fare.
E' un libro che ha fatto rosicare l'intero mondo editoriale e letterario italiano.
Il successo degli altri fa sempre rosicare.
Come si erano permessi?!?!
Mischiare Peckinpah, Eco, Tarantino, Eastwood, Gaiman...
E cimentarsi nella
materia storica!
Baroni e ricercatori, giornalisti pedanti e critici mangiammerda, scrittori e uomini della strada intervistati alla fermata del bus: tutti trovarono imprecisioni, piccole e giganti, nella ricostruzione storica dei fatti.
Tutti esperti di Controriforma si scoprirono.
Mentre i denti picchiavano duro sul legno.