Elezioni: i commenti dei Lazionetters

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UnDodicesimo

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2780 il: 01 Giu 2018, 09:47 »
Mi viene in mente quando si rimpiangeva il pentapartito, si rimpiangeva la classe politica degli andreotti, dei craxi, dei fanfani, degli spadolini eccetera.

Del passato si può rimpiangere tutto, ma quello no.

Chi lo fa o lo ha fatto, non ha la pallida idea di cosa parla.   :x ;)

Offline genesis

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2781 il: 01 Giu 2018, 09:56 »
Del passato si può rimpiangere tutto, ma quello no.

Chi lo fa o lo ha fatto, non ha la pallida idea di cosa parla.   :x ;)

Appunto, il presente è figlio del passato.

Puoi consolarti con un docente universitario al MISE, un medico laureato con 110 e Lode alla Sanità, un Docente di Economia al MEF...

Medico laureato di un movimento che ha flirtato con i NO-Vax, salvo poi cambiare idea.
Ma visto che cambiano idea ogni giorno....

Offline Thorin

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2782 il: 01 Giu 2018, 10:01 »
Medico laureato di un movimento che ha flirtato con i NO-Vax, salvo poi cambiare idea.
Ma visto che cambiano idea ogni giorno....

Questa però se permetti è 'na cazzata che continuate a ripete a pappagallo.
Il Movimento non è mai stato No-Vax, non mi tirare fuori le dichiarazioni del singolo scemo così evitiamo che poi io tiro fuori la proposta dello scemo del PD per fare la giornata delle vittime dei vaccini, risparmiamocelo... ;)
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2783 il: 01 Giu 2018, 10:06 »
Puoi consolarti con un docente universitario al MISE, un medico laureato con 110 e Lode alla Sanità, un Docente di Economia al MEF...

A parte che non è obbligatorio  rispondere, eh?

Ma secondo poi mi stai dicendo che se la Lazio ha eletto come vice capitani un dopato e uno che si vende le partite, mi devo consolare con il fatto che sul mercato è stato acquisito un attaccante per l’attacco, un centrocampista per il centrocampo e un difensore per la difesa, senza sapere se sono Klose, SMS e DV oppure Djordjevic, Di Gennaro e Novaretti?

Ma che logica è?

Goditi pure il tuo governo Frankenstein, in barba a tutte gli hashtag che caratterizzavano il tuo movimento fino a ieri, e lascia agli altri i propri legittimi risicamenti.

Offline genesis

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23891
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2784 il: 01 Giu 2018, 10:11 »
Questa però se permetti è 'na cazzata che continuate a ripete a pappagallo.
Il Movimento non è mai stato No-Vax, non mi tirare fuori le dichiarazioni del singolo scemo così evitiamo che poi io tiro fuori la proposta dello scemo del PD per fare la giornata delle vittime dei vaccini, risparmiamocelo... ;)

I singoli sono veramente tanti, una massa, ma speriamo nel controllo di Elena Fattori.

Offline Ranxerox

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2785 il: 01 Giu 2018, 10:16 »
Insomma tutti i discorsi sull'impicciment e il golpe di Mattarella sono andati a farsi friggere: la realtà è che se Conte domenica sera se ne fosse uscito con questa lista il cerino sarebbe finito da subito nelle mani di Salvini.
Resosi conto della caxxata commessa giggino è tornato sui suoi passi e a quel punto il bauscia ha dovuto tornare sui suoi passi (o sui suoi mercati, che dir si voglia) visto che altrimenti la sua impuntatura su un 82n - tra l'altro parecchio compromesso con il "vecchio" estesamente inteso - sarebbe apparsa del tutto strumentale.
Domani per la festa nazionale ci dovrebbe essere la fila sotto le finestre del Quirinale per chiedere scusa al PdR, tanto più che:
<<Se per veto si intende un avvertimento sull’inopportunità di una nomina questo rientrerebbe nelle competenze del capo dello Stato.
Pertini a me pose il veto per la nomina di Clelio Darida alla Difesa»


In realtà sono cadute le tesi opposte portate avanti dal PD e dalla sua fanfara mediatica.
Ovvero che Salvini stava tenendo apposta il punto su Savona per fare retromarcia sul governo coi 5stelle perché s'era reso conto che il programma era irrealizzabile e perché gli conveniva andare ad elezioni subito, vista la grande crescita di consenso descritta dai sondaggi.

Il governo è partito, lui è ministro dell'interno, Savona sta nella squadra di governo dove, volendo, potrà tranquillamente suggerire e portare avanti le sue idee sulle politiche economiche.
Il tutto con il 17% dei consensi, pari pari a quelli del PD e con Meloni ed il Berlusca che hanno dovuto abbassare la testa e fare pippa.
Anzi, sui provvedimenti che saranno in linea con il programma del centrodestra, voteranno pure col governo.
Nel frattempo la borsa sta guadagnando e lo spread sta scendendo.
Punto.
Questo sono i dati.

Infatti, non a caso, James prevede 20 anni di opposizione.
Probabilmente non sarà così ma per il PD è tutta una strada in salita.
E pure ripidissima se poco poco questi fanno uno spoil-sistem pari a quello che si fa abitudinariamente in queste circostanze.

Offline Thorin

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2786 il: 01 Giu 2018, 10:33 »
I singoli sono veramente tanti, una massa, ma speriamo nel controllo di Elena Fattori.

Ci tengo a precisare che ti parlo da convinto vaccinista e che per me la dicitura No-vax non dovrebbe neanche esistere: basterebbe "Imbecilli".  ;)
E se ti dicessi cosa penso di Barillari non infrangerei le leggi del forum, ma proprio quelle dell'Italia  :)

Offline Thorin

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3078
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2787 il: 01 Giu 2018, 10:36 »
Goditi pure il tuo governo Frankenstein, in barba a tutte gli hashtag che caratterizzavano il tuo movimento fino a ieri, e lascia agli altri i propri legittimi risicamenti.

Ma me lo godo sì Joe, se applicheranno quel che è scritto nel contratto di governo mi spellerò le mani e se ci sarà qualcosa che non mi andrà bene farò le barricate come le ho fatte ieri quando si vociferava di dare una poltrona a Crosetto o Meloni, non ti preoccupare.

Offline Kobra

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2788 il: 01 Giu 2018, 10:43 »
Il governo è partito, lui è ministro dell'interno, Savona sta nella squadra di governo dove, volendo, potrà tranquillamente suggerire e portare avanti le sue idee sulle politiche economiche.

Che era precisamente la soluzione possibile domenica e che Salvini - vedi audio postato in precedenza - aveva rifiutato.
Si è tanto parlato dei due forni del M5S - che poi in realtà è sempre stato uno - mentre Salvini di forni ne aveva addirittura tre, visto che oltre a quello del governo aveva la possibilità di un governo di centrodx (non escluderei affatto che saltassero fuori responsabili tra i cento e passa neodeputati non sicuri di rielezione), cui si era aggiunto quello elettorale con la bandiera Savona gentilmente offerta e vidimata da giggino.

Che, poi, Berlusconi voti i provvedimenti del governo condannandosi alla morte politica lo devo ancora vedere. se accadrà sarà sicuramente in cambio di laute controparti editoriali/economiche.

Quanto al futuro i 20 anni di opposizione venivano pronosticati anche nel 2008, si è visto com'è finita.
Il PD pensi a (ri)organizzarsi come Partito VERO,
poi si vedrà

P.S.: La Borsa teme più le incertezze delle cattive notizie: negli ultimi giorni abbiamo fornito a  bizzeffe di entrambi. Vedremo nel futuro. Se poi le cose vanno meglio c'è solo da esser contenti tanto più che se le cose vanno male chi ci rimette di più è chi sta peggio.

UnDodicesimo

UnDodicesimo

Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2789 il: 01 Giu 2018, 10:45 »
Appunto, il presente è figlio del passato.
...

Quel passato è il padre, la madre, gli zii ed i nonni di questo presente.

Il dottor Frankenstein di questo mostro.

Offline superdelio

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2790 il: 01 Giu 2018, 11:14 »
Ma me lo godo sì Joe, se applicheranno quel che è scritto nel contratto di governo mi spellerò le mani e se ci sarà qualcosa che non mi andrà bene farò le barricate come le ho fatte ieri quando si vociferava di dare una poltrona a Crosetto o Meloni, non ti preoccupare.

Crosetto e Meloni giammai, ma Salvini ministro dell'interno sí.

Da annasse a nasconde proprio.

Offline Drake

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2791 il: 01 Giu 2018, 11:36 »
https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2018/05/30/news/governo_e_spread_ma_la_borsa_non_e_di_sinistra-197772685/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S2.4-T2

Dall'incipit pure questa riflessione potrebbe essere interessante.
Qui l'articolo completo.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-borsa-ha-i-suoi-criteri-non-dovrebbero-essere-i-nostri/

di Federico Rampini, da Repubblica.it

Com’è accaduto che lo spread Btp-Bund sia diventato la Linea Maginot dietro la quale la sinistra italiana è asserragliata, il baluardo a cui si aggrappa in questa tempesta istituzionale? È normale che lo slogan dei progressisti sia “attenti al giudizio dei mercati”? Rifiutare il piano B dell’uscita dall’euro significa sdraiarsi sull’austerity germanica? Proprio quella che abbiamo criticato per anni?

Capisco che abbia suscitato tante passioni l’Amaca di Michele Serra, in cui ha rifiutato l’alternativa tra “governo dei mercati e governo del popolo”. Molti di noi si sentono stritolati in questa opzione. Ci sentiamo traditi da una sinistra che fa di tutto per dar ragione a chi la descrive come establishment. Chi commenta l’indice Mib come fosse un giudizio divino sembra dimenticare che in altre circostanze la Borsa premia le aziende che tagliano i costi licenziando o ingrassano i profitti eludendo le imposte nei paradisi fiscali. La Borsa ha i suoi criteri. Non dovrebbero essere i nostri.

Sento il peso di una disfatta anche personale. È da dieci anni che sulle colonne di questo giornale critico — da sinistra — i governi eterodiretti dai mercati finanziari e i danni dell’ordo-liberismo tedesco. Non è “farina del mio sacco”, o non soltanto. Contro l’euro- ortodossia ho dato voce su Repubblica alle accuse ben più autorevoli di un presidente degli Stati Uniti, Barack Obama; nonché di premi Nobel dell’Economia come Paul Krugman e Joseph Stiglitz, Angus Deaton e Kenneth Arrow. Ricordo i vertici G7 e G20 dove ho seguito Obama, raccontando la sua pressione su Angela Merkel perché correggesse le rigidità dell’austerity. A cominciare dal summit di Pittsburgh sotto presidenza americana nell’autunno del 2009, quando le economie occidentali erano nel baratro della crisi più grave dalla Grande Depressione. Da quel momento in poi Obama tentò di spiegare che la Germania stava condannando l’intera Eurozona ai “ tempi supplementari” della crisi.

Cercarono di usare la sponda obamiana i vari Hollande, Letta, Renzi, Varoufakis. Timidamente. I leader dell’Europa latina soffrivano di un deficit di credibilità. Così non era per Obama, al timone di un’economia che uscì dalla recessione a gran velocità.

Otto anni di critica obamiana — da sinistra — alle regole di Maastricht non possono essere cancellati e ribaltati solo perché a contestare il “pensiero unico” oggi sono Trump, Salvini, Di Maio.

C’è un prima e un dopo la crisi del 2008 anche per il giudizio sull’euro. Alla prova di quella recessione, i Paesi che ne uscirono più velocemente (Usa) o la evitarono del tutto ( Cina) furono quelli che fecero tesoro della lezione di Keynes- Roosevelt negli anni Trenta e ignorarono parametri di Maastricht, austerity, ecc., azionando robuste leve di investimenti pubblici. È davvero nella gestione dell’Eurozona fra il 2008 e il 2011 che si scava un divario tra l’opinione pubblica italiana, francese, spagnola, greca, e l’ordo-liberismo tedesco.

Non buttiamo via il lavoro dei neokeynesiani europei — come Jean- Paul Fitoussi — che cercarono di aprire un varco nella “religione” tedesca dei parametri: distinguendo tra buoni e cattivi investimenti pubblici, tra deficit che generano produttività futura ( i fondi per la ricerca e la formazione) e la spesa improduttiva, parassitaria, assistenziale.

Contro il Di Maio-Salvini-Savona pensiero, va precisato che chi s’indebita all’estero cede sovranità. In questo ci troviamo al momento in pessima compagnia: Argentina e Turchia sono gli altri “anelli deboli” presi di mira dai mercati.

In quanto all’uscita dall’euro, ricordo quel che mi dichiarò — in un’intervista per il Venerdì di Repubblica — quel Joseph Stiglitz che molti sostenitori del M5S stimano e rispettano. L’euro — mi disse Stiglitz — è nato su premesse profondamente sbagliate, e ha fatto danni gravi, in particolare all’Europa del Sud. Ma dato che l’Italia c’è dentro, uscirne comporterebbe dei costi ancora peggiori. Non è un’analisi esaltante: costringe a scegliere il minore tra due mali. È realistica. Sarebbe utile se questa diventasse la linea di un futuro governo sovranista e populista — se nascerà. Che dica chiaro all’Europa: vogliamo portare a Bruxelles posizioni molto critiche, ma non usciremo dall’euro. Un messaggio di questo tenore calmerebbe la tempesta e salverebbe un po’ di risparmi delle famiglie italiane.

Un’Italia più aggressiva con Merkel — possibilmente rappresentata da persone competenti — è auspicabile. Contro il moralismo-razzismo di certi commentatori tedeschi, ricordiamo che a loro le regole si applicano en souplesse, sospendendole quando serve. Fu vero nei casi di sforamento del deficit/ debito; o per la Deutsche Bank e altri aiuti alle aziende di credito tedesche. Infine resta sempre inapplicata una regola dei patti europei che considera gli eccessivi avanzi commerciali altrettanto dannosi degli eccessivi deficit.

Ma vorrei che la sinistra smettesse di usare le oscillazioni dei mercati finanziari come una clava da sferrare con opportunismo contro Lega e M5S. I mercati sono una realtà concreta dove si muovono interessi (non quelli delle classi lavoratrici) e ideologie (neoliberismo), su cui troppi governanti di sinistra si sono appiattiti, pagando un prezzo altissimo. Se la salvezza è un tecnocrate del Fondo monetario internazionale, la nostra storia la stiamo buttando via. Non stupisce che la classe operaia vecchia e nuova si senta più rappresentata da altri.

Offline pentiux

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2792 il: 01 Giu 2018, 11:38 »
Te ce vedo a fa le barricate contro Giggino... Proprio plausibile.

Offline Thorin

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2793 il: 01 Giu 2018, 11:50 »
Te ce vedo a fa le barricate contro Giggino... Proprio plausibile.

Si fa quel che si può insieme agli altri, a volte ci si riesce.
Crosetto e Meloni hanno avuto poltrone?

Offline pentiux

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18583
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2794 il: 01 Giu 2018, 11:54 »
Si fa quel che si può insieme agli altri, a volte ci si riesce.
Crosetto e Meloni hanno avuto poltrone?


E' che non ti avevo riconosciuto.

Offline TomYorke

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2795 il: 01 Giu 2018, 11:55 »
Qui l'articolo completo.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-borsa-ha-i-suoi-criteri-non-dovrebbero-essere-i-nostri/

di Federico Rampini, da Repubblica.it

Com’è accaduto che lo spread Btp-Bund sia diventato la Linea Maginot dietro la quale la sinistra italiana è asserragliata, il baluardo a cui si aggrappa in questa tempesta istituzionale? È normale che lo slogan dei progressisti sia “attenti al giudizio dei mercati”? Rifiutare il piano B dell’uscita dall’euro significa sdraiarsi sull’austerity germanica? Proprio quella che abbiamo criticato per anni?

Capisco che abbia suscitato tante passioni l’Amaca di Michele Serra, in cui ha rifiutato l’alternativa tra “governo dei mercati e governo del popolo”. Molti di noi si sentono stritolati in questa opzione. Ci sentiamo traditi da una sinistra che fa di tutto per dar ragione a chi la descrive come establishment. Chi commenta l’indice Mib come fosse un giudizio divino sembra dimenticare che in altre circostanze la Borsa premia le aziende che tagliano i costi licenziando o ingrassano i profitti eludendo le imposte nei paradisi fiscali. La Borsa ha i suoi criteri. Non dovrebbero essere i nostri.

Sento il peso di una disfatta anche personale. È da dieci anni che sulle colonne di questo giornale critico — da sinistra — i governi eterodiretti dai mercati finanziari e i danni dell’ordo-liberismo tedesco. Non è “farina del mio sacco”, o non soltanto. Contro l’euro- ortodossia ho dato voce su Repubblica alle accuse ben più autorevoli di un presidente degli Stati Uniti, Barack Obama; nonché di premi Nobel dell’Economia come Paul Krugman e Joseph Stiglitz, Angus Deaton e Kenneth Arrow. Ricordo i vertici G7 e G20 dove ho seguito Obama, raccontando la sua pressione su Angela Merkel perché correggesse le rigidità dell’austerity. A cominciare dal summit di Pittsburgh sotto presidenza americana nell’autunno del 2009, quando le economie occidentali erano nel baratro della crisi più grave dalla Grande Depressione. Da quel momento in poi Obama tentò di spiegare che la Germania stava condannando l’intera Eurozona ai “ tempi supplementari” della crisi.

Cercarono di usare la sponda obamiana i vari Hollande, Letta, Renzi, Varoufakis. Timidamente. I leader dell’Europa latina soffrivano di un deficit di credibilità. Così non era per Obama, al timone di un’economia che uscì dalla recessione a gran velocità.

Otto anni di critica obamiana — da sinistra — alle regole di Maastricht non possono essere cancellati e ribaltati solo perché a contestare il “pensiero unico” oggi sono Trump, Salvini, Di Maio.

C’è un prima e un dopo la crisi del 2008 anche per il giudizio sull’euro. Alla prova di quella recessione, i Paesi che ne uscirono più velocemente (Usa) o la evitarono del tutto ( Cina) furono quelli che fecero tesoro della lezione di Keynes- Roosevelt negli anni Trenta e ignorarono parametri di Maastricht, austerity, ecc., azionando robuste leve di investimenti pubblici. È davvero nella gestione dell’Eurozona fra il 2008 e il 2011 che si scava un divario tra l’opinione pubblica italiana, francese, spagnola, greca, e l’ordo-liberismo tedesco.

Non buttiamo via il lavoro dei neokeynesiani europei — come Jean- Paul Fitoussi — che cercarono di aprire un varco nella “religione” tedesca dei parametri: distinguendo tra buoni e cattivi investimenti pubblici, tra deficit che generano produttività futura ( i fondi per la ricerca e la formazione) e la spesa improduttiva, parassitaria, assistenziale.

Contro il Di Maio-Salvini-Savona pensiero, va precisato che chi s’indebita all’estero cede sovranità. In questo ci troviamo al momento in pessima compagnia: Argentina e Turchia sono gli altri “anelli deboli” presi di mira dai mercati.

In quanto all’uscita dall’euro, ricordo quel che mi dichiarò — in un’intervista per il Venerdì di Repubblica — quel Joseph Stiglitz che molti sostenitori del M5S stimano e rispettano. L’euro — mi disse Stiglitz — è nato su premesse profondamente sbagliate, e ha fatto danni gravi, in particolare all’Europa del Sud. Ma dato che l’Italia c’è dentro, uscirne comporterebbe dei costi ancora peggiori. Non è un’analisi esaltante: costringe a scegliere il minore tra due mali. È realistica. Sarebbe utile se questa diventasse la linea di un futuro governo sovranista e populista — se nascerà. Che dica chiaro all’Europa: vogliamo portare a Bruxelles posizioni molto critiche, ma non usciremo dall’euro. Un messaggio di questo tenore calmerebbe la tempesta e salverebbe un po’ di risparmi delle famiglie italiane.

Un’Italia più aggressiva con Merkel — possibilmente rappresentata da persone competenti — è auspicabile. Contro il moralismo-razzismo di certi commentatori tedeschi, ricordiamo che a loro le regole si applicano en souplesse, sospendendole quando serve. Fu vero nei casi di sforamento del deficit/ debito; o per la Deutsche Bank e altri aiuti alle aziende di credito tedesche. Infine resta sempre inapplicata una regola dei patti europei che considera gli eccessivi avanzi commerciali altrettanto dannosi degli eccessivi deficit.

Ma vorrei che la sinistra smettesse di usare le oscillazioni dei mercati finanziari come una clava da sferrare con opportunismo contro Lega e M5S. I mercati sono una realtà concreta dove si muovono interessi (non quelli delle classi lavoratrici) e ideologie (neoliberismo), su cui troppi governanti di sinistra si sono appiattiti, pagando un prezzo altissimo. Se la salvezza è un tecnocrate del Fondo monetario internazionale, la nostra storia la stiamo buttando via. Non stupisce che la classe operaia vecchia e nuova si senta più rappresentata da altri.


Tanta roba.

Offline Thorin

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3078
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2796 il: 01 Giu 2018, 11:58 »


E' che non ti avevo riconosciuto.

Ah scusa, ho sbagliato a risponderti.

Offline pentiux

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18583
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2797 il: 01 Giu 2018, 12:04 »
Ah scusa, ho sbagliato a risponderti.
Scusa se ti ho fatto perdere tempo, capisco che li sulle barricate il 3g prende male.

UnDodicesimo

UnDodicesimo

Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2798 il: 01 Giu 2018, 12:10 »
Tanta roba.

Non dovrebbe però semplificare gli USA di Obama e la Cina usciti subito dalla crisi perché non hanno fatto come l'Europa della Merkel.

Ci dovrebbe dare tanti dettagli sulla politica estera di tali successi e vedere se li condivide.

Tanto più che a distanza di 8 anni le elezioni USA si sono combattute all'ombra della crisi economica.

Offline FatDanny

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37317
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #2799 il: 01 Giu 2018, 12:28 »
Si fa quel che si può insieme agli altri, a volte ci si riesce.
Crosetto e Meloni hanno avuto poltrone?

Beh allora mi sembra che possiate molto poco nonostante il doppio dei voti.
Il ministero della famiglia al posto delle pari opportunità? Con il problema di genere enorme che ha questo paese (o forse proprio per questo)?
Il ministro degli interni che schifa la sorella di uno ammazzato di botte dalla polizia e che combatte la sua battaglia per la verità?
Lo stesso che oggi dichiara di voler azzerare i fondi per l'accoglienza (senza nemmeno sapere che quegli stessi fondi servono anche in termini di controllo)?
Il ministro degli esteri che durante il governo monti era il principale passacarte degli ordini di Bruxelles?
O forse la ministra che detiene i segreti di Andreotti (perche un giorno i cittadini sappiano tutto, sicuramente)?
Passiamo all'economia dove già tria ha dichiarato come il "reddito di cittadinanza" sarà semplicemente un sussidio di disoccupazione allargato a chi cerca il primo lavoro?

Buf.fon.i
Buf.fon.i
Buf.fon.i

Io non so come fai a dormire la notte dopo aver votato una roba così, ma so che se inizi con questo equilibrio nel giudizio te sei già messo la maschera di jimmy quando al governo c'è il partito suo (senza alcun intento offensivo jimmy, si parla di postura)
 

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