la domanda nasce perche' usi una chiave di lettura in cui i 'responabili', non necessariamente direttamente della politica estera, pongono gli interessi del paese prima dei propri.
invece, piu' spesso che non, e' il contrario.
In questo Dick Cheney e Donald Rumsfield sono, ad esempio, dei luminari, i quali anche se saliti alla ribalta solo 15 anni sono stati collaboratori della casa bianca fin dai tempi di Nixon.
E pure Tony Blair non e' stato da meno, anche se per un periodo ben piu' breve. Altro che il nostro Berlusconi.
Io ho fatto gli studi che ho fatto perchè il lavoro dei miei sogni era di fare l'ambasciatore o lavorare nella diplomazia, di libri, trattati e articoli su come funziona quel mondo ne ho letti una vagonata.
Quindi, credimi o no, ma la politica estera non è fatta dai governi, dai ministri e nemmeno dai sovrani assoluti 800eschi.
Cheney o Rumsfeld prendono molteplici indicazioni, anche loro, e magari da queste intingono interessi personali, NON fanno loro la policy, la stessa ferrovia di Baghdad fu ricapitalizzata da fondi privati del figlio di Bismarck...e fu un asset strategico fino alla metà dei 1900.
E' fatta innanzitutto dai consiglieri, dai gruppi di potere che spingono un interesse piuttosto che un'altro, ti basti il caso libico come assioma esplicativo, o i giochi di corte attorno a cui ruotavano gli esecutori dei dittatori 900eschi o dei sovrani europei, da Guglielmo allo Zarevic.
Pensa alla Libia:
Interesse dell'Italia < interesse dei principali partner dell'Italia, questi hanno dunque avuto gioco abbastanza facile a spingere l'italia a rinnegare gli interessi propri in favore di quelli franco-atlantici, probabilmente senza nemmeno avere in mano tutti i dossier, per una semplice questione che poi diventa "o così, o comunque così, ma senza di te."
Questo poi, ma solo poi, ha eventuale sfogo nelle considerazioni morali o umanitarie del momento, tantopiù spesso queste sono solo la spoletta da tirare "just in case...", tipo che gli ambienti in ricezione non capiscano bene ciò che esce da quelli in diffusione.
La minaccia Iraniana nel caso che l'europa si unisca alle sanzioni è ancora li, e sebbene io sia convinto che non facciano troppo sul serio nel portarla in fondo, ha chiaramente la funzione di pressione aggiuntiva proprio sui responsabili dell'accordo, con la coscienza di questi di avere scheletri nell'armadio.
Pensa a come funziona la politica estera Usa in materia commerciale, vedi caso Cubano o più recentemente con l'Iran, appunto.
Incredibile la stoltezza delle elites europee, veramente disarmante, basti pensare anche all'ottica Nato e della spesa richiesta ai partner asiatici (sk/jap), con l'europa, soprattutto orientale, prontissima a sposare la tesi americana di aumento della spesa militare.
Quindi riformulo, non è che non si capisce bene o non ci sia comprensione negli ambienti diplomatici occidentali ed europei, circa la Russia.
E' che sono spinti interessi antitetici a questi e a quelli dell'europa stessa.
Si mettono all'angolo da soli, e non soddisfatti, si danno pure un paio di pugni sul muso.