la questione è di una banalità disarmante.
erdogan serve e non è un pericolo per il blocco occidentale, almeno fino a quando ci sono gli usa a tenerli (un po’) a freno.
senza le briglie usa avremmo molti problemi nel mediterraneo. anche perché la politica neo-ottomana del sultano è sostanziata dal secondo esercito della nato, secondo solo all’aquila a stelle e strisce.
né parigi né londra hanno un esercito paragonabile, ad eccezione del nucleare (per ora)
Allora, a me che l'idea che si possa prescindere dall'etica dell'intenzione non convince. Retaggio del mio moralismo cattolico, certo, che mi porta a nutrire la profonda convinzione che l'orizzonte della storia può curvarsi in una direzione etica: se ci si comporta bene, sempre, il male non scomparirà, ma sarà schiacciato.
Non possiamo restare silenziosi quando i nostri governanti pagano la Turchia per "bloccare" i migranti con metodi mostruosi (bambini morti di freddo, donne stuprate eccetera eccetera). Non possiamo fare finta di niente mentre Erdogan, dopo la sceneggiata degli anni scorsi, ha promosso una politica sistematica di genocidio di un popolo, ben peggiore e più radicale di quella perpetrata da Putin in Cecenia.
Non possiamo continuare nella politica USA anni '60 di reggere i fili a pupazzi assassini, perché c'era da bloccare l'orso russo o il dragone cinese, secondo il principio "meglio un dittatore sanguinario ma forte che una democrazia incerta e fragile".
Io vorrei un sistema che non dico si emancipasse, ma almeno si evolvesse da queste logiche.
Quando Erdogan mette sul piatto della bilancia della sua collaborazione (=voto) sul tema Finlandia le teste degli attivisti curdi, io mi aspetto che gli si faccia una bella scorreggia in faccia e si trovino le leve - credo ce ne siano a pacchi - per ottenere semmai il risultato contrario: non solo voti per la Finlandia, e ci dimostri fedeltà, ma poi ti impegni a gestire il tuo problema politico interno curdo sulla base di altre logiche.
Poi, è ovvio che la Turchia è una grande nazione con la quale non si può fare la voce grossa e serve prudenza, avvedutezza, misura. Ma non fare nulla da anni, da anni, per difendere - almeno con gli strumenti della moral suasion - i diritti fondamentali mi pare francamente troppo.
Tra l'altro, sono certo che sia una politica fallata anche in una prospettiva di etica della responsabilità, perchè lasciar deviare la Turchia dal percorso di laicizzazione senza alcun argine da parte occidentale porterà quella popolosa ed orgogliosa nazione, presto o tardi, a dover decidere se assumere o meno un ruolo di guida religiosa del Medio Oriente, con la legittimazione della sua potenza militare strabordante.
Non oso pensare cosa potrebbe succedere se, dopo Erdogan o con la vecchiaia di Erdogan, si acuisse il processo di islamizzazione della Turchia.