Non esiste una stima accettata delle vittime, per ovvi motivi di propaganda da entrambe le parti.
Dall'inizio della seconda Intifada nel settembre 2000 e fino alla fine di luglio 2007 vengono registrati 5.848 morti: di essi i palestinesi sono 4.228 , gli israeliani, 1.024 e 63 cittadini stranieri.
Tra il 2013 e il 2020 i morti sono stati 5.603 e 251.
Tra i palestinesi in particolare i civili uccisi sono stati 3.183 su 5.603. In questa macelleria troviamo sia civili veri e propri, spesso anche minorenni, morti soprattutto sotto i bombardamenti, 907 in totale in 12 anni, sia in realtà dirigenti e fiancheggiatori di Hamas ossia combattenti non ufficialmente inquadrati tra il personale militare, come spesso capita quando lo scontro non è tra due eserciti regolari.
Anche tra gli israeliani vi è una maggioranza di vittime civili, 130 su 251, in gran parte, 98, coloni in Cisgiordania, morti in seguito ad attacchi di militanti palestinesi, spesso all’arma bianca, presso gli incroci stradali o tramite agguati in casa. I minorenni morti sono stati 19.
Israele si protegge con un sistema antimissilistico ad ampia copertura dal 2011, esistono rifugi in case, asili, scuole, università e uffici e ha fatto l’abitudine alle sirene. Ai bambini si insegna cosa sono sin dalle scuole primarie.
Sono state molto peggiori le bombe sul lungomare o le macchine che uccidono i bambini alle fermate dello scuolabus: in media 10-20 civili uccisi l’anno.
Del resto, è larga opinione che i palestinesi altro non possono fare per difendersi se non rispondere alla violenza sui civili con altrettanta violenza contro altri civili. E, infine, si nega che i cosiddetti coloni possano definirsi civili, alla stessa stregua dei fiancheggiatori di Hamas.
Nei primi 2 mesi del 2023, morti
43 palestinesi e 10 civili israeliani, tra cui i 2 fratelli di 6 e 8 anni falciati con la macchina da un palestinese (non appartenente ad Hamas) alla fermata dell’autobus.
La strage di Hamas del 7 ottobre ha causato oltre 1.500 morti tra la popolazione civile.
I bombardamenti in corso hanno ucciso circa 5.000 persone nella Striscia e ne hanno ferite circa 11.000. La situazione sanitaria è al collasso, quindi moriranno nei prossimi mesi molte altre persone, indipendentemente dalle bombe.