ok, però non po' manco essere che qualsiasi studioso ebreo o addirittura israeliano che si discosta dal sionismo viene "screditato" dicendo che il suo punto di vista non vale perché segnato dal proprio posizionamento.
Winkelstein è attivista.
Pappé è attivista.
Warschawski è attivista.
Shlomo Sand è attivista.
attivista diventa attributo di chiunque si schiera contro la causa sionista.
Ma occhio che con la stessa logica chi si schierava contro il fascismo diventava anti-italiano.
Non con logica analoga, ma proprio con la stessa. perché è il modo con cui di fatto si dichiara che sionismo ed ebraismo coincidono (e così chi è antisionista diviene antisemita).
perché si espelle in varie forme chi tra gli ebrei dissente coi sionisti.
Che in questo non sono COME i fascisti, ma sono proprio fascisti.
Ciao Daniele, scusa, il commento sulle posizioni di Finkelstein era, come dire, un obiter dictum, rispetto al tema centrale, quello a proposito dei contenuti dell'intervento di Warp.
La tua critica sul rischio cancel culture e sulla trappola dialettico-logica della sovrapposizione tra antisemitismo e antisionismo ha rilievo teorico ed è come sempre gradita, ma mi pare inutile nel caso concreto (per quanto mi riguarda penso di aver presente gli spazi di distinzione).
Quanto ai quattro che dici, forse può essere utile a beneficio di tutti (non di chi, come te, sicuramente lo sa), segnalare che solo Finkelstein ha subito per un periodo un "daspo" da Israele per ragioni di sicurezza. Gli altri, pur radicalizzati nella critica, se non sbaglio insegnano in prestigiose università istraeliane e svolgono/hanno svolto attività politica attiva nella fascistissima Israele senza fare la fine di Matteotti (fermo restando che l'evoluzione radicalista, che trae alimento fecondo dagli antisemitismi più o meno latenti nel mondo, non promette nulla di buono per il futuro).
Nessuno nega il profilo intellettuale altissimo di questi studiosi, figuriamoci se mi permetto. Sono menti eccelse, mostri della cultura e della lettura dei fenomeni storico-sociali, con i quali non mi passa neppure per l'anticamera del cervello di mettermi a confronto sullo stesso piano. Ma sono prima di tutto militanti politici per i quali la causa anti-sionista è una componente di una visione con una data matrice della struttura del reale, che la precede e la conforma. Qualcosa peserà sulle loro produzioni di carattere storico, che credo siano più saggi di critica politica con basi storiche che indagini storiografiche.
Quanto al resto della dicussione, non ci entro ma, rinnovando stima e affetto per Warp (e anche per Pan), ribadisco, che se contestualizziamo il discorso partendo dalla "notizia" con relativa "fonte" citata da Vaz (a cui va ascritta la colpa, come spesso accade, di aver innescato la polemica
), l'intervento di Warp è stato non appropriato nei contenuti (a mio giudizio).
E comunque tutta questa discussione è abbastanza surreale rispetto alla realtà che ci si para davanti agli occhi, alle carneficine compiute e a quelle in atto.