Questa è una delle cose che meno sopporto dell'apparato ideologico liberale (così rispondo pure a Cartesio). E si, aquila79, vero che è proprio di ogni apparato ideologico, ma la differenza è che non tutti si basano su una presunta razionalità e diritti universali
ho davanti un pc e termino quello che volevo scrivere ieri sera in maniera spero sensata.
vedo che comunque avete colto uno dei punti che io giudico focali.
io non vorrei che il mio
realismo (ovviamente anche questa è una mia interpretazione, una suggestione se volete) fosse scambiato per cinismo.
mi pare davvero incomprensibile doverlo ribadire, ma un bambino ucraino vale un bambino palestinese, un bambino hutu, un bambino delle favelas brasiliane. ogni morte è una tragedia, e la morte causata dalla contesa di un fazzoletto di terra più o meno grande aggiunge alla tragedia la stordente sensazione di inutilità e futilità.
ribadito l'ovvio...
qualcuno qui sopra ha postato un bellissimo video di un geniale comico palestinese, che denunciava proprio quello che sottolineava FD: quanti morti palestinesi per un israeliano? qual è la giusta proporzione? quando il mondo fermerà la strage? quando gli arabi palestinesi saranno talmente pochi e inoffensivi li guarderemo con la
pietas che riserviamo ai nativi americani?
la risposta è sì. ma ci tornerò su.
io parto dalla considerazione (realistica?) che non esistano buoni o cattivi. meglio ancora, che esistano solo cattivi, secondo alcuni canoni come l'uso della violenza e della sopraffazione.
la parabola di Israele è in tal senso particolarmente istruttiva.
vessati per 2000 anni dai cristiani e per 1400 dai musulmani degli ebrei inventano il sionismo preceduto e seguito da una mitopoietica della terra avita, la terra dei padri, la terra della diaspora, la grande Israele, le 12 tribù e avanti così fino a quello che accade oggi.
perché tu la narrazione puoi proporla, ma non è detto che la controllerai (sulla situazione interna di Israele e i possibili sviluppi
https://www.limesonline.com/rivista/le-quattro-tribu-di-israele-14626429/ tenendo presente che la demografia non è iscritta nelle stelle, ma ci sono dei fattori da considerare attentamente).
quanto ci è voluto perché da oppressi gli ebrei israeliani diventassero gli oppressori? giusto il tempo di ribaltare i rapporti di forza.
c'è un riflesso, che è un riflusso, nella parte più erudita della popolazione occidentale, per cui tutto ciò che è occidente è corrotto. da qui parte l'analisi che poi prevede una disamina classica dei rapporti di forza militare, economica, sociale e ci si immedesima con la fazione soccombente.
se la parte più forte odora di occidente e quella più debole di sud globale allora le posizioni diventano facilmente leggibili.
è un riflesso che io comprendo, mi pare molto emotivo, però.
ed anche un po' ipocrita.
scusate questa divagazione pop, ma ritrovo tutta la nostra ipocrisia occidentale nelle parole del colonnello jessep in "codice d'onore":
"Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco. E poi contesta il modo in cui gliela fornisco!"abbiamo la libertà di prendere questa posizione perché viviamo sul lago di sangue che è stato versato (e non mi riferisco al "nostro"): è molto facile tenere una posizione adesso, essere, ad esempio, per i diritti dei nativi americani, prosperando e godendosi le risorse che quella terra rubata garantisce.
ibn khaldun nella muqaddimah parla dei cicli di vita delle tribù nomadi che diventano stanziali, perdono coesione e vengono corrotte dalla vita più comoda per poi essere sostituite da altre tribù (ci tengo a precisare che ho letto recentemente questa cosa, un trafiletto, e non ho mai letto la muqaddimah dato che a malapena conosco l'italiano).
da che parte saremmo stati? dalla parte dei nomadi, esclusi dalla comodità e dal benessere. poi però questi stessi nomadi diventeranno i futuri oppressori che tenteranno di tagliare fuori dal benessere i "nuovi" nomadi. non ci sono buoni e cattivi.
FD giustamente condanna la narrazione occidentale, fatta di diritti umani e razionalità.
io però penso solo che la narrazione occidentale (non nostra, come sapete noi siamo bianchi da poco, noi siamo "vittime" della narrazione non certo promotori) sia migliore.
se gli altri non l'hanno trovata è per incapacità, non perché siano più buoni.
è ipocrita? certo che lo è. e alle volte raggiunge il paradosso per cui crede alla sua stessa ipocrisia e non fa affari con l'arabia saudita per poi fare una ridicola retromarcia.
ma io credo che ogni narrazione lo sia, per essere precisi anche la narrazione implicita nella critical race theory.
adesso basta perché me so' annoiato a scriverlo figurarsi voi a leggerlo.