premetto che la Murgia non l'ho mai letta perché ho un grossissimo limite, ogni volta che passo al libro successivo da leggere prendo sempre un classico... ce ne sono così tanti da leggere fino alla fine della vita.
detto questo però si può ragionare sul personaggio pubblico/televisivo. non mi piace. non so come scrive ma so come si rapporta, è sgradevole. la sua rubrica non mi ricordo su quale programma sullo stroncare i libri altrui mi infastidiva, sul salvare l'albero che aveva prodotto la carta per confenzionare l'opera che lei non gradiva. questa sicurezza all'ennesima potenza, questo essere depositaria del gusto universale tanto da distruggere, umiliare, scrittori che si mettono in gioco tanto e quanto lei, lo trovo scorretto e poco educato.
tra l'altro lei fa parte a pieno regime di quello che della scrittura/scrittori non mi piace più: la presenza costante. come forse ho detto altre volte si scrive per tanti e tanti motivi e uno di questi può essere esprimere ciò che ti preme raccontare, condividere o semplicemente per esprimere qualcosa di artistico ANCHE perché sei introverso, se no faresti l'attore, il divulgatore, il frontman in una rock band. oggi invece lo scrittore deve vendersi, deve fare presentazioni, se pubblica deve garantire interviste, passaggi televisivi, firmacopie come se non ci fosse un domani. se non ti adegui non puoi diventare scrittore, la tua opera, se pur meritevole, può rimanere nel tuo pc.
se lo fai presente ormai ti si risponde che se non accetti le condizioni puoi rimanere a casa tua, i tempi sono cambiati.
ecco, io alla Murgia, ma anche alla Chiara Valerio (esponente anche lei del nuovo corso degli scrittori da esposizione ) con la quale ha portato avanti il teatrino su Battiato, direi che sembra come a loro prema diventare famosi, più che condividere qualcosa. danno l'impressione di persone che, loro come tutti gli altri del nuovo corso, si siano immaginate scrittori famosi, da adolescenti, più che scrittori e basta. danno l'impressione di averle proprio sognate e desiderate quelle presentazioni, interviste, conferenze, per compiacersi del suono della propria voce invece che del peso della loro scrittura.
Battiato è stato un grande.