Un par di decenni fa e oltre, svolgendo il servizio di leva in polizia ho improvvisamente scoperto a 20 anni inoltrati di avere una buona mira. In particolare con la pistola d'ordinanza, appresa velocemente la tecnica, ho iniziato a bucherellare con facilità il centro di qualsiasi bersaglio mi venisse posto davanti. Fino a 25 mt la mia percentuale di realizzazione non si è mai discostata molto dal 99 pc. Questa cosa mi fece guadagnare la personale “simpatia” del mio comandante e, di conseguenza, licenze premio ogni qual volta ne avessi bisogno. Sua intenzione era quella di farmi partecipare alle gare ed esibirmi come fenomeno da baraccone per dare lustro alla sua caserma. Trovai il modo di sottrarmi a questa richiesta senza subire particolari rappresaglie: a me interessavano le licenze premio, non intendevo sparare un colpo in più del necessario.
Nonostante un papà assiduo cacciatore, tenere un'arma vera in mano mi ha sempre fatto schifo.
Poi un giorno in pieno giorno. Ero a casa dei miei, di passaggio per i rituali saluti del figliol prodigo, e c'era una donna che urlava in strada. Stava tentando di difendere la madre anziana e paraplegica da due rapinatori. Uno dei due la colpì con un pugno. Pochi secondi non so come dopo mi ritrovai per strada con la pistola in mano. La donna era a terra, la madre piangeva e un auto con due persone a bordo mi è passata davanti. Ricordo di aver pensato: potrei sparare. Mi pietrificai, ero immobile. Tranne il braccio armato che cominciò a tremare come mai mi era successo prima e mai più mi è successo. Ho dovuto mettere la sicura per non rischiare di colpirmi un piede. L'idea di mirare a in direzione di un essere umano, per quanto b.stardo, mi aveva sconvolto in un attimo il sistema nervoso. Quella reazione salvò anche la mia vita. Ancora oggi non riesco nemmeno lontanamente a immaginare come un essere umano possa sparare un altro essere umano.
I due tizi furono arrestati poco dopo. Mentre correvo in aiuto di quelle due donne avevo avuto la prontezza di urlare ai miei di chiamare il 113. Nel quartiere c'erano un sacco di obiettivi sensibili ed era il periodo delle bombe mafiose. Fine della corsa per quelle mèrde. Refurtiva recuperata, giusto processo e pena esemplare.
Se avessi sparato mirando alle gomme o al blocco motore, colpendo per sbaglio a morte uno dei due, sarei stato incriminato per omicidio volontario e probabilmente condannato per eccesso colposo.
Tutto questo per ricordare che nemmeno le forze dell'ordine hanno la “licenza di uccidere” (a meno che non vi sia un pericolo immediato per l'incolumità di qualcuno) e c'è chi invoca il diritto per dei comuni cittadini di sparare a una persona per difendere una porta o degli oggetti? Si chiama criterio di proporzionalità: l’uso dell'arma deve corrispondere, nell’eventualità e nella misura, alla situazione di fatto che si presenta. A me sembra un ottimo criterio. Inemendabile. Civile.
Restiamo umani, diceva Vittorio Arrigoni. Restiamo umani.