Mi sono imbattuto nel topic oggi, come fosse un segno del destino. Giusto 17 anni fa e giusto a quest'ora se ne andava mio padre,dopo un mese di agonia al Forlanini per quella che chiamo "la malattia di famiglia", anche se mio padre è stato un fumatore e quindi avevamo anche accettato la sentenza come una cosa "inevitabile". Abbiamo passato insiemem il mese di agosto prima in reparto e poi in una specie di "sala sterile" dove non funzionava nemmeno il condizionatore d'aria e che ho dovuto cercare di riparare da solo perchè in ospedale non fregava niente a nessuno; da parte di tutti (tranne che di un infermiere che, poverino, se ne è andato anche lui così) c'era solo l'interesse di sbolognare una persona destinata a morire nel reparto perchè "avrebbe fatto statistica negativa". E'stata una terribile esperienza, segnante per il resto della mia vita per qualla sorta di atmosfera surreale sopportata fino al funerale. Dopo sono stato per alcuni giorni letteralmente frastornato, probabilmente dal crollo di adrenalina, e non ricordo cosa ho fatto fino a settembre. L'esperienza più traumatica però è stata con mamma (avevo solo 14 anni) ed anche lei se ne è andata per un cancro dopo quasi 8 mesi di agonia; quando è morta pesava solo 29 kg. Quando papà tornò a casa con l'esito dell'operazione che non lasciava scampo, mi sono improvvisamente trovato a gestire la mia vita, quella di mio fratello più piccolo di 4 anni, della casa e di tutto quanto di ciò si occupava mia madre perchè mio padre, naturalmente, passava quanto più tempo possibile insieme a lei in ospedale. A 47 anni ormai dalla sua morte ancora non riesco a pensare a quell'anno ed agli anni successivi, quelli dell'adolescenza, che per un ragazzo dovrebbero essere i più belli e spensierati ed invece per me sono stati un incubo, con altre vicissitudini della vita di mio padre che non voglio raccontare, ma che mi hanno fatto diventare adulto a 16 anni.
Un abbraccio a tutti voi